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Il bianconero nero su bianco

Il bianconero nero su bianco

A cura di Ruben Romitelli

Analisi di un giornalista innamorato ma obiettivo, che basa le proprie idee partendo sempre da numeri, documenti, fatti. Esattamente ciò che verrà fatto in questo blog

Il bianconero nero su bianco

Juvecaserta, le ombre del passato che mettono a rischio il futuro

Giovedì la decisione finale. Il destino potrebbe essere segnato da 2 debiti

Tante le voci che si susseguono, poche sembrano all’orizzonte le possibilità di rivedere ancora una Juvecaserta in A2. La storia non è ancora stata scritta, e chissà che una volta tanto le speranze non diventino realtà, ma la salita è davvero ardua. Intanto, volendo estraniarci per un istante da numeri, conti e soldi, vi è un’unica indiscutibile verità: Caserta ed il suo tessuto imprenditoriale hanno perso ancora una volta un’occasione per dare un barlume di gioia a questa città.

Una città oramai grigia, morente, ansimante, persa. Persa nei meandri di Palazzo Castropignano e di quei politicanti, o sedicenti tali, che oltre a cercare un miglior benessere per sé, per i propri cari e per gli amici, eludono lo sguardo di chi gli chiede una mano e di chi gli dà una possibilità di rendere qualcosa ad un territorio che, solo ad alcuni, ha dato tanto togliendo agli altri. Una città che si rispecchia nelle proprie strade, tarlate fino all’anima come un qualsiasi mobile di inizio ‘900. Questioni forse morali, forse filosofiche, di certo non politiche, ma che fotografano in un’istantanea atroce e glaciale la pochezza di chi si batte il petto con una mano e trafuga qualcosa con l’altra.

L’imprenditoria locale ancora una volta ha scelto un’altra strada, pur se è forte la responsabilità di chi per anni gli ha dato motivo di farlo: dare contributi ad una società che ha debiti contratti cinque anni fa può sembrare un atto scellerato, e forse, in tutta onestà, lo è anche. Ciò che un po’ stride è che i bianconeri non riusciranno (probabilmente) a superare i parametri imposti dalla Fip per l’equivalente di un paio di quei grossi SUV che spesso trovate parcheggiati in doppia fila dinanzi a qualche bar di Via G. M. Bosco o a qualche locale di Corso Trieste. Una beffa se la si vede così.

La società bianconera ha presentato venerdì pomeriggio tutti gli incartamenti richiesti dalla ComTec, tutti meno due: le liberatorie di Peyton Siva ed Olek Czyz. Giocatori che, per la rapidità con cui mutano le cose nello sport, in particolare nella pallacanestro, sembrano legati ad una diversa era geologica. L’ex Louisville ha militato nella Juvecaserta nella stagione 2015/16, il lungo polacco in quella successiva. Insomma, ne è passata di acqua sotto i ponti, ma lo scoglio più insormontabile per la società bianconera saranno con tutta probabilità proprio i debiti contratti allora con questi due atleti.

E' invece pervenuta, a quanto sappiamo, la liberatoria di Andrea Michelori, altro atleta che attende di ricevere da anni cospicue somme. Non è difficile pensare che quello di Michelori sia stato (anche) un atto di amore nei confronti di una città e di una tifoseri che lo ha davvero coccolato, perché (pare) che comunque i termini dell’accordo con la società per ricevere quanto dovuto non siano ancora stati rispettati. Insomma, è come se il milanese avesse firmato una liberatoria sulla fiducia. Chapeau.

Bisognerà attendere giovedì per conoscere il definitivo esito della vicenda, con i tifosi bianconeri che, per la seconda volta in pochi anni, patiranno le pene dell’inferno. Certo, i dubbi sulla nuova società sono sempre stati tanti e non sempre sono stati fugati a dovere, ma nel suo piccolo D’Andrea aveva portato una ventata di freschezza rivoluzionando l’organigramma societario e spezzando la continuità con il passato. 

Un passato che, in questi giorni, ha bussato forte alle porte del PalaMaggiò.

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