rotate-mobile
Salute

Rischia di morire poche ore dopo la nascita: così i medici gli hanno salvato la vita

I genitori hanno deciso di aggiungere ‘Lorenzo’ al suo nome per ricordare la data del miracolo

Ha rischiato di morire poche ore dopo la nascita, ma sulla sua strada ha trovato due squadre di medici che hanno fatto di tutto per salvargli la vita.

La storia di Marco fa tremare i polsi. Il piccolo, figlio di una coppia di Caserta, è nato l’8 agosto scorso in una clinica privata in Irpinia.  Le sue condizioni, come riporta AvellinoToday, sono apparse subito molto gravi. Di fronte al repentino peggioramento del quadro clinico, due giorni dopo ne è stato disposto il trasferimento nella Terapia Intensiva Neonatale dell’Azienda ospedaliera San Giuseppe Moscati di Avellino, dotata di tutti i dispositivi necessari per trattamenti adeguati dell’ipertensione polmonare.

Lo staff del responsabile della Neonatologia, Sabino Moschella, ha immediatamente attivato tutte le procedure del caso, somministrando ossido nitrico e farmaci off-label. “Ci siamo però resi conto - racconta – che il neonato rispondeva solo temporaneamente ai nostri interventi terapeutici e che non avrebbe retto a lungo perché l’ipertensione polmonare era severissima. L’unica speranza era provare con l’Ecmo. E bisognava fare presto”. In Campania non vi sono strutture sanitarie attrezzate per impiantare a pazienti di età pediatrica l’Ecmo (Extra Corporeal Membrane Oxygenation), il macchinario che vicaria le funzioni dei polmoni e del cuore attraverso la circolazione extracorporea; pertanto, i neonatologi dell’Azienda Moscati hanno preso contatti con i colleghi dell’ospedale Bambin Gesù di Roma. È iniziata quindi una corsa contro il tempo: mentre da Roma partiva L’Unità mobile Ecmo pediatrica, ad Avellino si teneva in vita il piccolo Marco e, contemporaneamente, si sistemavano gli spazi per allestire una piccola sala operatoria all’interno della Tin e, grazie alla fattiva collaborazione del Servizio Immunotrasfusionale e della Farmacia ospedaliera, si disponevano gli emoderivati e i farmaci per procedere tempestivamente. L’ambulanza del Bambin Gesù è arrivata la sera del 10 agosto a Contrada Amoretta. A bordo, due cardiochirurghi, due anestesisti, due perfusionisti, un ferrista e due infermieri: l’équipe che al secondo piano della Città ospedaliera ha effettuato l’intervento, durato circa due ore. Subito dopo, il piccolo Marco Lorenzo, attaccato alla macchina che gli consentiva di respirare, è stato trasferito nella Terapia intensiva del Bambin Gesù sempre a bordo dell’ambulanza dell’Unità mobile Ecmo.

Ed oggi, dopo oltre un mese di ricovero, è arrivata la notizia più bella: il piccolo potrà tornare nella sua casa di Caserta. Il miracolo è avvenuto. E per non dimenticare la data, i genitori hanno deciso di aggiungere anche un altro nome: Lorenzo, proprio quello che si festeggia il 10 agosto, data dell’operazione salva-vita.

“Siamo rimasti in costante contatto con Roma – sottolinea il Direttore Generale dell’Azienda Moscati, Renato Pizzuti, che ha seguito il caso in prima persona – e finalmente ci è stato comunicato che oggi Marco Lorenzo sarà dimesso in buone condizioni. La sua storia è un forte esempio di come una rapida ed efficace collaborazione anche di strutture di regioni diverse possa risolvere i casi più complessi e all’apparenza disperati. Con il piccolo Marco le maglie della rete dell’emergenza non hanno conosciuto confini e l’integrazione di competenze tra specialisti gli ha salvato la vita”.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Rischia di morire poche ore dopo la nascita: così i medici gli hanno salvato la vita

CasertaNews è in caricamento