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Salute

Troppo stress, medici in fuga dai Pronto soccorso

Anche De Luca ha lanciato l’allarme. I 5 Stelle lo soccorrono con una proposta che “bloccherebbe” i neo assunti per due anni

La pandemia Covid sarebbe dovuto essere il punto di svolta, in positivo, per la sanità campagna. Ed invece rischia di diventare un boomerang. “Colpa” dello stress che i medici hanno dovuto sopportare negli ultimi due anni, a cui si aggiungono turni di lavoro molto lunghi ed un lavoro che andrebbe fatto con maggiore “calma” per evitare errori che possono costare la vita alle persone e (di conseguenza) anche cause legali.

L’ultimo allarme della sanità campana è quello legato alla fuga dei medici dai Pronto soccorso degli ospedali. Un problema tangibile, che nei giorni scorsi ha fatto esporre lo stesso governatore Vincenzo De Luca. “Abbiamo un problema drammatico che riguarda tutta Italia sui medici dell’emergenza. Per essere chiaro nei pronto soccorsi i medici non ci vanno” ha affermato. “Abbiamo fatto decine di concorsi, i medici partecipano, quando vedono il tipo di lavoro da fare si tirano indietro, perché stare in pronto soccorso significa proprio andare in campo di battaglia. Questo è un problema che dovremo porre a livello nazionale, facendo dei contratti ad hoc sia per l'area specialistica sia per l'area di emergenza".

Una soluzione al problema è stata prospettata da Valeria Ciarambino del Movimento 5 Stelle. “E’ un fenomeno che mette a rischio l’intero sistema di emergenza-urgenza, che si fa sempre più drammatico alla luce degli ultimi concorsi rimasi semideserti per assumere personale medico in quei reparti. Una questione che ho a cuore da tempo e per affrontare la quale ho formulato una mozione che ha trovato già ampia convergenza da parte della maggioranza in Consiglio regionale e che è stata condivisa anche dalla giunta regionale. Stando alla mia proposta, che auspico sia approvata al più presto, i concorsi per tutte le branche di area medica equipollenti alla Medicina d'urgenza, dovranno prevedere per i vincitori l’assegnazione temporanea al Pronto soccorso per un periodo di almeno due anni, accompagnata da un periodo iniziale di addestramento sul campo. Otteniamo così due risultati. Da un lato – spiega Ciarambino - garantiamo continuità all'assistenza in reparti nei quali il personale è ridotto all’osso, dall’alto possiamo formare adeguatamente il nostro personale medico. Un provvedimento che è già realtà in regioni come la Toscana e che potrebbe potenziare una volta per tutte il sistema di emergenza-urgenza in Campania. Al contempo bisognerà spingere sul governo nazionale perché chi sceglie di lavorare in Pronto soccorso come al 118 venga incentivato”.

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