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Martedì, 23 Aprile 2024
Alimentazione

Dieta Pegan, come perdere chili velocemente. "Ma non è per tutti"

I consigli del nutrizionista con i pro e i contro della dieta ideata negli Usa

Avete mai sentito parlare della dieta Pegan? Si tratta di un regime alimentare che propone un’insolita combinazione tra dieta paleolitica e dieta vegan. Scopriamo meglio di cosa si tratta, cosa permette di mangiare, cosa esclude e le controindicazioni.

Negli ultimi anni sia la dieta vegana (che elimina tutte le proteine di provenienza animale) sia la dieta paleo (ossia paleolitica, che invece si basa proprio su un alto consumo di proteine animali) hanno guadagnato la fiducia di tante persone in tutto il mondo.

Difficile pensare ad una combinazione tra le due cose e invece il dottor Mark Hyman del Cleveland Clinic Center for Functional Medicine negli Stati Uniti è riuscito ad integrare le proposte ideando nel 2015 la dieta Pegan.

Un curioso ibrido che promette di colmare le lacune nutrizionali dei due regimi citati, oltre a migliorare diversi parametri per l’organismo. Ma in cosa consiste questo tipo di alimentazione? “La dieta Pegan fonde alcuni sani principi di una dieta Vegana ed altri della dieta Paleolitica, creando un mix che viola i principi basilari di entrambe le filosofie originarie ed imposta delle linee guida non troppo stringenti in termini di scelta degli alimenti, ma difficilmente sostenibili dal paziente nel medio-lungo termine. Come molti modelli nutrizionali non canonici, vi sono dei punti di forza condivisibili e degli svantaggi di cui prendere nota. Pur riuscendo ad individuare i benefici iniziali per la salute del consumatore, questi non sono maggiori/migliori di altri modelli nutrizionali. È un protocollo che premia in una fase di dimagrimento iniziale della durata di qualche settimana, a patto di accettare le numerose alterazioni nel carrello e nel portafogli”, ha detto il nutrizionista Fabio Mariniello.

"I suoi obiettivi sono quelli classici di ogni dieta: far perdere peso e consentire il mantenimento di un buono stato di salute. A questi si aggiungono un impatto ambientale relativamente ridotto (sulla base dei crismi vegan) ed un consumo di alimenti più in linea con alcune “supposte” esigenze umane", ha continuato il nutrizionista sottolineando anche che "la dieta Pegan prevede un massiccio consumo di frutta e verdura, che in tutto il protocollo sono l’unica vera fonte di carboidrati sia semplici che complessi. Di fatto, questo rende la dieta una stringente Low-Carb che strizza l’occhio ai protocolli chetogenici. Anche immaginando di mangiare porzioni importantissime di verdura, difficilmente raggiungeremmo il fabbisogno minimo di carboidrati indicati nelle linee guida nazionali. In virtù di questo dettaglio, sorgono dubbi sulla possibilità di trasformare questo modello in qualcosa di continuativo nel tempo. Alla verdura vengono associate piccole porzioni di carne e pesce come fonti di proteine animali, sostenute da piccole dosi di legumi e dalla frutta secca come fonte proteica vegetale. Sicuramente non è una dieta iper-proteica, poiché il totale delle proteine deve essere attorno al 25% del fabbisogno energetico, valore più alto di quello di una mediterranea standard ma inferiore alle iperproteiche molto in voga tra gli anni 90 e 2000. Il comparto lipidico deve focalizzarsi prevalentemente sui grassi buoni, cosa potenzialmente impossibile e praticamente molto difficile, poiché richiede una selezione di carni, pesce ed oli molto oculata, senza poter comunque escludere l’introduzione di grassi saturi (che sono sempre parte naturale di questi alimenti)”.

Quali sono invece gli alimenti banditi? Ecco la risposta di Mariniello: "Gli alimenti industriali, arricchiti di additivi e processati sono esclusi a prescindere. Nessun ingrediente deve aver subito manipolazioni troppo complesse o essere addizionato ad altri ingredienti di altra origine. Tutti i cereali e pseudo cereali, senza distinzioni, possono essere consumati solo in microscopiche quantità e sporadicamente. La dieta diventa quasi (o del tutto) priva di glutine, ma più che focalizzarsi su questo complesso proteico, è l’amido dei cereali ad essere visto molto male. L’esclusione o la drastica riduzione del glutine diviene una conseguenza indiretta. La soia, essendo prevalentemente, OGM è vietata. I latticini ed i derivati del latte sono totalmente banditi".

Ma non può essere consigliata a tutti: “Innanzitutto per i costi. Una dieta di questo tipo richiede incide moltissimo sulla spesa di una famiglia. Non tutte le persone possono permettersi un carrello della spesa fatto di carne e pesce esclusivamente bio, con prodotti molto ricercati. Ad esempio, il salmone dell’Alaska “ricco” di Omega 3 è sia costoso che difficile da reperire. In secondo luogo, se fosse seguita da tutti, non ci sarebbero risorse sufficienti. È un modello esclusivo che non ragiona in termini di larga diffusione sulla popolazione. In ultimo, non ci sono sufficienti studi in letteratura tali da poter giustificare più di qualche mese di regime low-carb stringente (e normalmente ci si limita a poche settimane). I singoli studi, specialmente con gruppi di controllo piccoli, non rappresentano ancora una base scientifica solida. Bisogna cercare le meta-analisi e numeri statisticamente significativi. Tutti coloro che si appellano al singolo studio non hanno ben compreso come funziona il confronto nel mondo scientifico. In mancanza di dati chiari, questo protocollo può andar bene per chi ha voglia di spezzare con le solite abitudini, ma per un tempo limitato”.

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