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Ristoratori furiosi: "Non siamo untori. Caserta paga per colpa di Napoli"

Ennesima 'mazzata' per i ristoranti: da domenica 21 febbraio aperti solo per asporto (dalle 5 alle 22) e consegne a domicilio

Da domenica 21 febbraio i ristoranti e le altre attività di ristorazione resteranno aperti solo per asporto (dalle 5 alle 22) e consegne a domicilio senza limiti di orario. E' questa una delle conseguenze della zona arancione che in Campania scatterà tra meno di 24 ore, come ha deciso il ministro della Salute Roberto Speranza sulla base del monitoraggio della pandemia da Covid-19. Una "mazzata" tremenda, l'ennesima (qualora ce ne fosse bisogno), per i tanti ristoratori casertani, che questa volta potrebbe trasformarsi in un definitivo punto di non ritorno per le sorti delle loro attività. La decisione del Ministero della Salute ha infatti generato un malcontento generale tra i ristoratori, che si sentono letteralmente abbandonati al loro destino.

I TEMPI

"Questa volta non ce lo aspettavamo - ha detto a Casertanews Rosario Rondinone, titolare del ristorante 'L'Amo' di via Mascagni - Non è modo di agire. Ora un ristorante come il nostro, che cucina principalmente piatti di pesce, deve buttare tutto il pesce che ha preparato venerdì mattina. Quella del ministro Speranza è una decisione che non ha senso, presa da un incompetente. Oggi (sabato 20 febbraio, ndr) i ristoranti resteranno aperti e, con il dovuto rispetto delle norme anti contagio, lavoreranno molto viste anche le favorevoli condizioni climatiche. Mi chiedo che senso ha restare aperti oggi e chiudere domani. Fateci lavorare".

L'ACCANIMENTO

Sulla stessa 'lunghezza d'onda' le parole di un altro ristoratore casertano, Michele Miccolo, titolare de 'Il Cortile' di via Galilei, che ha affermato: "Ci sentiamo impotenti in questo momento, non si vede via d'uscita da questa deprimente situazione. Intanto il Decreto Ristori di gennaio è ancora bloccato e i debiti si accumulano". L'impressione è che ci sia un'accanimento contro le attività di ristorazione. "Il problema è all'esterno dei ristoranti, dove non sempre vengono rispettate le regole anti Covid e dove andrebbero intensificati i controlli - ha sottolineato Miccolo - Il contagio certamente non circola dentro i ristoranti!". Gli fa eco Loreto Scala, titolare del Ristorante San Carlo sito nel centro storico del Capoluogo: "Non siamo noi gli untori! Non capisco perchè continuano a chiuderci. E' davvero assurdo".

LE COLPE

Sulla questione è intervenuto anche Giuseppe Russo, presidente provinciale di Fipe Confcommercio di Caserta, che rimarcato l'atteggiamento di accanimento nei confronti dei pubblici esercizi e la gestione 'scellerata' della pandemia con il sistema a 'zone colorate'. "Dopo un anno di pandemia avere ancora queste fasce colorate è obbrobrioso - ha detto Russo a Casertanews - Gli unici ad essere penalizzati siamo noi. E' un vero e proprio accanimento, questo del Governo, appoggiato dal nostro governatore Vincenzo De Luca". La posizione di Russo è chiara: "La provincia di Caserta paga le colpe di Napoli. Dei circa 250mila contagiati totali in Campania, oltre 160mila sono di Napoli e della zona metropolitana. E questo perchè ci sono delle 'zone calde' dove andavano intensificati i controlli con presidi fissi, come il lungomare di Napoli. Non possiamo pagare lo scotto per colpe che non sono certamente nostre".

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