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Venerdì, 19 Aprile 2024
Attualità Casal di Principe

La lettera degli studenti a Mattarella. Ecco il programma della visita del Presidente

Intensa mattinata per il Capo dello Stato nel ricordo di don Peppe Diana e per comunicare con forza un messaggio di legalità alle nuove generazioni

Una visita con un profondo significato di legalità e di presenza dello Stato. L'arrivo del presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Casal di Principe domani, 21 marzo, impreziosirà e accenderà i riflettori di tutta Italia sulla città nel giorno dedicato a commemorare le vittime innocenti della criminalità organizzata.

A 29 anni dall'uccisione di don Peppe Diana, ucciso dal clan dei Casalesi nel giorno del suo onomastico, Mattarella sarà sui luoghi simbolo. Alle 10:30 al cimitero di Casal di Principe per pregare presso la cappella dove è sepolto don Peppe e incontrare i familiari, i fratelli Emilio e Marisa, e Augusto Di Meo, testimone oculare del delitto del sacerdote ma mai riconosciuto dallo Stato come testimone di giustizia.

Successivamente Mattarella sarà all'istituto tecnico "Guido Carli" per incontrare gli studenti della scuola e gli alunni degli istituti comprensivi "Don Diana" e "Spirito Santo" di Casal di Principe, il sindaco Renato Natale e l'amministrazione comunale, il governatore della Campania Vincenzo De Luca, il presidente della Provincia di Caserta Giorgio Magliocca, il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo, il prefetto Giuseppe Castaldo, mentre per la questura sarà presente il vicario Andrea Curtale in quanto Messineo ha di recente lasciato l'incarico di questore di Caserta.

All'evento saranno presenti anche i familiari di cinque vittime innocenti della camorra: i parenti di Domenico Noviello, Federico Del Prete, Salvatore Nuvoletta, Antonio Petito e Antonio Di Bona.

Poco prima di mezzogiorno Mattarella sarà alla parrocchia di San Nicola di Bari dove don Diana fu ucciso poco prima di celebrare messa. Ultimo appuntamento, attorno alle 13, presso il ristorante Nco (Nuova Cucina Organizzata) di via Giacosa per il pranzo.

In occasione della visita di Mattarella gli studenti dell'istituto comprensivo "Don Diana" consegneranno domani al presidente della Repubblica: "Caro Presidente della nostra amata Repubblica, sentiamo di doverti dare del tu, come facciamo con i nostri nonni, ai quali siamo legati da sentimenti d'amore e di infinita gratitudine. Sentiamo di poterlo fare, per il sorriso con cui sempre ti rivolgi a noi e che azzera ogni distanza. Lo facciamo per l'enorme rispetto che proviamo e intendiamo manifestarti perché, da Presidente del popolo sovrano, ci fai sentire ciascuno prezioso e tutti uniti, nella nostra Italia che - te ne preghiamo - fa' che resti UNA, una davvero"..

E ancora: "Oggi sei tra noi, nella terra dei Casalesi. Don Peppe Diana era casalese, noi siamo ragazzi casalesi. E, come eredi di questa terra, ti siamo grati per questa visita, che interpretiamo, non solo come omaggio a un testimone prezioso del coraggio, della schiettezza e della passione, di cui, qui, siamo capaci, ma come incoraggiamento a proseguire nel cammino di riscatto, in cui, ormai da anni, ci siamo inoltrati. Questa nostra città, di cui siamo figli devoti, è ormai una comunità, che guarda avanti con occhi nuovi, così siamo tornati a progredire insieme, nel rispetto reciproco".

"Noi ragazzi casalesi - proseguono - ci stiamo lasciando alle spalle una storia pesante, da cui ci sentiamo molto, molto distanti e da cui non vogliamo più essere condizionati. Eppure, è una storia che sappiamo di non dover dimenticare, per potercela davvero lasciare alle spalle... per sempre. Con noi, la parola Casalesi non sarà più associata a sopraffazione, disprezzo della vita, criminalità. Noi faremo in modo che questa parola sia, sempre più, associata a coraggio, responsabilità, senso di comunità. Nostro caro presidente, noi ragazzi dell'Istituto comprensivo don Diana siamo partecipi di un patto di fratellanza con altre 20 e più scuole del primo ciclo (quelle dei bambini e dei preadolescenti), scuole di questo territorio, ormai noto ai più come 'Terra dei fuochi'. Noi non rinneghiamo neppure questa appartenenza, impegnati come siamo a essere noi i fuochi ardenti di questa terra".

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