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Il Presidente Mattarella a Casal di Principe: "Terra ferita ora protagonista del riscatto" | LE FOTO

L'intervento del Capo dello Stato all'istituto Carli: "Camorra è un cancro che uccide anche i bambini"

Mancano 10 minuti alle 11. In perfetto orario, come previsto dalla tabella di marcia, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella arriva all’istituto ‘Guido Carli’ di Casal di Principe. Ad attenderlo, all’esterno, un folto gruppo di studenti e docenti. Fra di loro pure don Carmine Schiavone, responsabile della Caritas diocesana di Aversa. Il Capo di Stato saluta tutti, stringe mani, accoglie doni che in tanti gli porgono. Poi l’ingresso nella palestra dell’istituto dove è stato allestito un palco per l’evento. La platea lo accoglie con un fragoroso applauso, di quelli che durano tanto. Mattarella sorride emozionato, ringrazia tutti. In piedi, accanto ai ragazzi, canta l’inno di Mameli, con la serietà che il momento richiede. Ascolta gli interventi, uno ad uno, prima di salire sul palco quando è il suo momento.

"Incontro dedicato a voi studenti"

“E' con grande partecipazione che mi rivolgo a voi, ragazze e ragazzi, che vivete la vostra giovinezza in questa terra, in passato così duramente ferita dalla presenza della criminalità organizzata. E che ora è protagonista di una stagione straordinaria di fermento e di riscatto”, dice per introdurre il suo intervento. “Cari studenti, questo incontro è dedicato a voi, testimoni di speranza”, aggiunge.

Il ricordo alle vittime di mafia

Rivolge un saluto “di particolare intensità” ai familiari presenti delle vittime innocenti della criminalità organizzata nel casertano e alle forze dell’ordine che “garantiscono la presenza dello Stato e la legalità, premessa indispensabile di ogni sviluppo sociale ed economico”. Un intervento, quello di Mattarella, che mira a sottolineare il significato del 21 marzo, dedicato alle vittime delle mafie: “Oggi l’Italia ricorda tutti i caduti per mano della mafia, della camorra, della ndrangheta. Donne e uomini che hanno sfidato la prepotenza mafiosa, rifiutandosi di sottostare alla paura e alla sopraffazione. Cittadine e cittadini coraggiosi, fedeli al senso del dovere e alla propria dignità personale. Tra le vittime anche bambini, uccisi per errore o per vendetta. La mafia è violenza – dice - ma, anzitutto, viltà. I mafiosi non hanno nessun senso dell’onore né coraggio. Si presentano forti con i deboli.  Uccidono persone disarmate, organizzano attentati indiscriminati, non si fermano davanti a donne e a bambini. Si nascondono nell’oscurità”. 

"Don Diana uomo coraggioso e libero"

E’ fra le vittime c’è don Peppe Diana, che il presidente ha scelto di onorare venendo a Casal di Principe: “Era un uomo coraggioso, un pastore esemplare, un figlio della sua terra, un eroe dei nostri tempi, che ha pagato il prezzo più alto, quello della propria vita, per aver denunciato il cancro della camorra e per aver invitato le coscienze alla ribellione. Don Diana aveva capito, nella sua esperienza quotidiana, che la criminalità organizzata è una presenza che uccide persone, distrugge speranze, alimenta la paura, semina odio e ruba il futuro dei giovani. Aveva capito che la mafia è anche conseguenza dell’ignoranza, del sottosviluppo, della carenza di prospettive, e che quindi la repressione – indispensabile - non è sufficiente e che la mafia si sconfigge definitivamente sviluppando modelli fondati sulla legalità, sulla trasparenza, sulla cultura, sull’efficienza della macchina pubblica”.

E per farlo bisogna sconfiggere la cultura mafiosa. Ma come? “Lo diceva Giovanni Falcone, ‘la mafia non è affatto invincibile. E’ un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine’  Casal di Principe lo ha dimostrato. L’efferato omicidio di don Peppino Diana è stato un detonatore di coraggio e di desiderio di riscatto. Ha prodotto un’ondata di sdegno, di partecipazione civile, una vera battaglia di promozione della legalità. Lo ha ricordato il Sindaco, rammentando la grande partecipazione popolare che 29 anni fa ha accompagnato il feretro di don Diana. La popolazione ha detto basta alla sopraffazione e alla prepotenza, agevolando, in modo decisivo, l’azione delle forze dell’ordine e della magistratura. Sono stati tagliati, con l’entusiasmo, con la resistenza, con il rifiuto dei metodi mafiosi, persino con l’ironia, quei fili di complicità, di connivenze, di paura che tenevano incatenati ideali, sogni, energie positive e creative. La città rappresenta un modello virtuoso di partecipazione civile".

Lotta alle mafie una priorità

La Repubblica Italiana “considera prioritaria la lotta a tutte le mafie. Con leggi e strumenti avanzati, grazie all’impegno di inquirenti e forze dell’ordine – aggiunge Mattarella - Grazie anche al lavoro prezioso di associazioni di volontariato, la cultura dell’antimafia, il rigetto dei metodi criminali si sono diffusi in modo straordinario, specialmente tra i giovani, spezzando le catene dell’omertà e della paura. Non dobbiamo smettere di vigilare. La Repubblica vi è vicina. Tutte le amministrazioni pubbliche devono far sentire con efficacia la loro presenza accanto ai cittadini. Insieme a tutte le espressioni della società civile. La politica sia autorevole nel dare risposte alle emergenze e ai problemi socio-economici dei territori. L’amministrazione sia efficiente, rapida nelle soluzioni e trasparente.

Infine un messaggio forte e chiaro agli studenti: “Dovete rifiutare, fin dai banchi di scuola, la sopraffazione, la violenza, la prepotenza, il bullismo, che sono un brodo di coltura della mentalità mafiosa. Ricordate sempre che siete la generazione della speranza, quella a cui don Diana ha passato idealmente il testimone della legalità. L’Italia guarda a voi con attenzione, solidarietà, simpatia, fiducia”.

La visita del Presidente della Repubblica Mattarella a Casal di Principe

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