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Sito archeologico nel degrado, il sottosegretario annuncia interventi di bonifica

Anna Laura Orrico risponde all'interrogazione della deputata 5 Stelle Teresa Manzo: "Vogliamo riqualificare la villa romana"

"Utilizzare eventuali fondi destinati alla programmazione dell'attività di manutenzione per salvaguardare, conservare, restaurare e valorizzare la Villa di Cocceio". E' questa la volontà del Mibact per il prestigioso sito archeologico sito in località Costa-Igli ad Arienzo, abbandonato da anni al degrado e all'incuria. Lo ha sottolineato il sottosegretario Anna Laura Orrico nella risposta all'interrogazione presentata dalla deputata del Movimento 5 Stelle Teresa Manzo. Sulla presenza di coperture in amianto che coprono i reperti della grande villa romana, inoltre, il sottosegretario ha fatto sapere: "La Soprintendenza ha già avviato un'interlocuzione con il Comune per elaborare un progetto di bonifica nell'area della villa, nel quadro di ulteriori analoghi interventi previsti sul territorio, nel rispetto della normativa di settore e delle norme di tutela".

Il sottosegretario Orrico ha poi ricostruito le vicende amministrative che hanno riguardato il sito archologico nel corso degli anni: "I resti della vasta villa suburbana di età romana imperiale sono noti già dalla cartografia borbonica realizzata dal Real Officio Topografico Napoletano, aggiornata al 1860. Negli anni Cinquanta del secolo scorso affioravano ancora le strutture relative ad alcuni ambienti ai lati di un fosso d'acqua; a seguito della sospensione di opere di scavo non autorizzate nell'area dei suddetti immobili, nel 1958 l'allora Soprintendenza Archeologica per le province di Napoli e Caserta intraprese lo scavo sistematico dell'antico complesso, su un'area di circa 1000 mq. I lavori condotti con finanziamento pubblico, nell'ambito di un cantiere scuola. Gli scavi proseguirono fino al 1961 e ancora nel 1963 e furono interrotti per mancanza di fondi. Solo nel 1979, grazie ad un finanziamento del Ministero, fu possibile attuare un intervento di consolidamento e restauro, con la realizzazione di coperture di protezione delle strutture messe in luce e dei relativi apparati decorativi, parzialmente danneggiati da agenti atmosferici e atti vandalici. Della villa sono visibili diverse strutture disposte su due terrazze, con una superficie di circa 15.000 mq. Lo stato di conservazione e la fitta vegetazione del sito rendono la lettura del complesso difficoltosa".

"Le vicende legate alle proprietà dei terreni su cui insiste il complesso hanno determinato rallentamenti e difficoltà nella gestione delle iniziative volte alla conservazione e valorizzazione del sito - ha aggiunto il sottosegretario - Sono occorsi diversi anni per dirimere l'articolata vicenda amministrativa relativa alla verifica delle condizioni di spettanza di premio di rinvenimento richiesto dagli eredi del possessore del terreno (di proprietà del Comune di Arienzo). La complessa istruttoria avviata dalla Soprintendenza, sottoposta nel 2016 anche alle valutazioni del Comitato tecnico scientifico per l'Archeologia, si è conclusa nel 2019 con la comunicazione di diniego del diritto al premio di rinvenimento da parte della Direzione generale archeologia, belle arti e paesaggio per la rilevata insussistenza nel caso di specie della condizione di proprietà dell'area del ritrovamento archeologico. Attraverso la decisione assunta dalla predetta Direzione è stato promosso ricorso al Tar Campania, attualmente pendente".

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