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Si apre uno 'spiraglio' per via San Carlo. Corsa contro il tempo per Natale

Aperto un piccolo passaggio pedonale, ma i commercianti attendono risposte dal Comune in settimana

Si apre uno 'spiraglio' per via San Carlo, la strada nel cuore di Caserta chiusa ormai da 40 giorni a causa di un palazzo pericolante. Mentre è stato aperto un piccolo varco pedonale, si attende per la prossima settimana una risposta definitiva del Comune di Caserta sulla messa in sicurezza della struttura pericolante che, ad oggi, non permette la riapertura. Si spera che la situazione possa sbloccarsi a breve, al fine di 'salvare' il Natale dei commercianti.

Sul tema della chiusura di una parte di via San Carlo è intervenuta anche l'associazione Italia Nostra, che ha evidenziato come il palazzo pericolante non sarebbe più stabile, sembrerebbe, a seguito dell'abbattimento dell'edificio adiacente.

"Questo - spiegano da Italia Nostra - è uno dei tanti episodi di abbattimenti di edifici nel centro storico cittadino, a cui stiamo assistendo da diversi anni ma con maggiore intensità negli ultimi tempi. Questi abbattimenti creano un vuoto nel tessuto urbano e causano spesso danni agli edifici confinanti, con la possibilità di mettere in atto pericolosi effetti 'domino'. Si rinnova la storia dell’abbattimento dell’edificio in via Napoli, di quello in via Vico. E’un lento ma inesorabile impoverimento del tessuto urbano storico".

Dall'associazione sottolineano: "Per esempio, via San Carlo si è sviluppata dal punto di vista urbanistico nella seconda metà del Settecento con la presenza a Caserta dei nobili di corte che seguivano i sovrani borbonici nei loro soggiorni casertani. Da qui la presenza di edifici signorili e anche di notevole pregio storico e architettonico. Ma comunque è l'insieme del tessuto urbanistico così come si è formato nel corso del tempo che va salvaguardato. Abbattendo i palazzi, anche seguendo le norme indicate nel Piano di Recupero, si perde un pezzo della storia cittadina".

Proprio il Piano di Recupero approvato dall’amministrazione comunale il 20 dicembre 2000 e la normativa adottata sono al centro del dibattito: "Il Piano sembra  incentivare prima l’abbandono e il degrado degli edifici che, diventati pericolanti, devono essere abbattuti per poi essere ricostruiti, spesso con volumetrie superiori alle preesistenti".

E poi ricordano: "Si rivelano tragicamente premonitrici le osservazioni che a suo tempo la sezione di Caserta di Italia Nostra e il WWF Italia, sezione di Caserta, presentarono all’amministrazione, contestando le scelte del Piano di Recupero, come 'inaccettabili dal punto di vista culturale e normativo'. In particolare 'con gli interventi di ristrutturazione edilizia e urbanistica', si decretava 'la completa distruzione sia della tipologia edilizia che della morfologia del tessuto storico. L’effetto finale è quello della completa distruzione della memoria storica e dell’identità culturale della nostra città'".

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