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Velardi rompe il silenzio sul Puc: "Mandati a casa perché non abbiamo fatto i loro interessi"

L'ex sindaco in una lunga diretta Facebook fa il punto sulla procedura: "Ora si inizia tutto da capo. Città ha perso occasione di sviluppo"

"Ci hanno mandati a casa perché nel Puc non abbiamo curato gli interessi di chi credeva di comandare a Marcianise". Lo ha dichiarato l'ex sindaco Antonello Velardi che nel corso di una diretta Facebook ha analizzato la questione Puc e la sua sfiducia.

"Ci hanno mandato a casa. E' la seconda volta che mi capita come è capitato anche ad altri - ha esordito Velardi - A Marcianise è una vicenda che si ripete a dimostrazione che il fatto di dimettersi e mandare a casa un sindaco è una cosa normale per certi politicanti di Marcianise. C'è una parte della politica che agisce in questo modo e c'è una città che invece va da un'altra parte quando poi si reca alle urne". 

Ma la questione che sta a cuore all'ex sindaco è quella del Puc per il quale ha ripercorso la procedura. "Il piano regolatore a Marcianise manca dal 1961 - ha dichiarato Velardi - Ci sono state poi delle varianti. Con questo Puc che avevamo preparato e per il quale eravamo arrivati alla fine avremmo regolamentato lo sviluppo dell'intera città. E' una procedura che va avanti da una ventina d'anni ed è rimasta lì sospesa. Siamo intervenuti per portare il Puc in consiglio comunale per l'approvazione. Ci hanno mandato a casa alla vigilia dell'approvazione del Puc. Ed ora deve ricominciare tutto da capo". 

Velardi manda stoccate ai consiglieri, soprattutto i dimissionari, che hanno espresso perplessità sul piano urbanistico. "Il Puc non lo fa il Comune ma lo redige un tecnico, nel nostro caso Loreto Colombo, che non è mai riuscito a portare a termine questo lavoro - ha evidenziato - Sono stati ascoltati partiti politici, associazioni ma anche singoli cittadini. E' stato adottato in giunta ed ora doveva andare in consiglio comunale, era questione di poche settimane. Se il Puc non viene approvato adesso, bisognerà ricominciare da capo. Avremo il Puc fra altri 20 anni. E' stato fatto un danno clamoroso alla città".

E quindi l'atto di accusa: "Noi siamo stati bloccati perché il Puc è il luogo dove si concentrano gli interessi, anche legittimi, e dove si mettono delle norme in una situazione dove mancano - ha sottolineato l'ex sindaco - Così rischiamo di bloccare lo sviluppo della città e le ambizioni dei cittadini. Avevamo rotto un po' le scatole e non avevamo fatto gli interessi di quei due o tre che pensavano di comandare in questa città. Abbiamo detto al Puc di seguire i criteri ordinari per uno sviluppo giusto a prescindere da chi ne trae vantaggio: il nostro presupposto era che ne dovesse trarre vantaggio la città. Il metodo da noi utilizzato era di assoluta trasparenza in cui non c'era la gallina bianca. Non ce lo hanno fatto fare, ci hanno mandati a casa con un calcio nel sedere". 

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