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Attualità Marcianise

Condizionatori accesi nel Comune chiuso, sindaco infuriato con i dipendenti

L'accusa di Velardi dopo la visita domenicale negli uffici: "Strafottenza è troppo forte"

Antonello Velardi su tutte le furie. Il sindaco di Marcianise questa mattina, a Comune chiuso, si era recato nel suo ufficio per delle faccende amministrative scoprendo che nella sua stanza e negli uffici destinati a giunta, segreteria e assessorati i condizionatori era ancora accesi.

Impianti “inutilmente in funzione - ha precisato Velardi - non emettono aria fredda, girano a vuoto: sono temporizzati. Li hanno lasciati accesi. Non so da quando, mi viene il dubbio che stiano così da venerdi. Un inutile spreco di energia, una dannosa usura degli apparecchi e dell'impianto. Un controsenso”. 

Il primo cittadino in uno sfogo sul suo ‘Diario’ ha ricordato che da tempo va predicando ai dipendenti di spegnere i condizionatori prima di andare via dall’ufficio e che “ di andare via dall'ufficio, spegnete i condizionatori. Non ha senso lasciarli accesi". E puntualmente li trovo in funzione. Penso a tutte quelle persone che non hanno la possibilità economica di farsi montare un condizionatore, penso a quelli che non hanno un posto di lavoro, penso a quelli che fanno i salti mortali per risparmiare sui bilanci familiari. E mi incazzo come una jena”.

“Occorrerebbe un gesto semplicissimo - spiega Velardi - un clic, soltanto un clic. Niente, non c'è nulla da fare: la strafottenza è troppo forte. Ecco, la strafottenza, il grande male di Marcianise e di tutto il Sud. Il Comune? Non è mio, chi se ne frega. Il condizionatore? Mica pago io, chi se ne frega. Si rompe, consumiamo troppa corrente? Chi se ne frega, non pago io. Beh, occorrerebbe l'introduzione di un reato specifico con sanzione altissima: il reato della strafottenza. Non andremo da nessuna parte - mi viene da pensare stamattina nel mio ufficio al Comune - se non riacquisteremo un senso vero dell'interesse pubblico. Resteremo ultimi nelle classifiche della vivibilità, continueremo a vivere come bruti, se non ripartiremo dai piccoli gesti. Se non capiremo che l'interesse pubblico coincide con l'interesse di ognuno di noi”.

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