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Torture in carcere, arrestato per errore. Salvini attacca: "Chi sbaglia deve pagare"

Il leader della Lega: "Chi li paga questi dieci giorni di infamie e di accuse?"

A Battipaglia al gazebo della Lega dove si raccolgono le firme per il referendum sulla giustizia, Matteo Salvini ha citato il caso di Giuliano Zullo, agente del carcere di Santa Maria Capua Vetere raggiunto dalla misura cautelare degli arresti domiciliari lo scorso 28 giugno, nell'ambito delle indagini sulle violenze commesse dagli agenti della penitenziaria sui detenuti, e scarcerato il 7 luglio perché vittima di un errore di persona.

"Chi sbaglia paga e questo vale per tutti, anche per donne e uomini in divisa, perché la violenza non è mai la soluzione e non è mai la risposta - ha detto Salvini - ma uno degli arrestati, uno dei poliziotti arrestati, si è fatto 10 giorni agli arresti domiciliari, sbattuto in prima pagina con nome, cognome e foto, additato come macellaio, torturatore e delinquente rischiando la sua vita. Sapete cosa è successo? Che dieci giorni dopo il magistrato lo ha mandato a casa perché il giorno in cui sono successe le violenze lui non c'era, era a casa. Chi li paga questi dieci giorni di infamie e di accuse?".

Salvini ha ribadito che "se un medico sbaglia paga, se un pasticciere sbaglia paga, se il camionista sbaglia paga, se un insegnante sbaglia paga, se un operaio sbaglia paga. La vostra firma ci permetterà di arrivare al fatto che anche un magistrato, se sbaglia, paga come tutti gli altri lavoratori di questo Paese, perché non puoi giocare con la vita e la libertà delle persone".

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