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Nella 'Terra dei fuochi' si muore di più: ecco la mappa dei comuni più a rischio

Presentato il report del lavoro avviato tre anni fa dall'Istituto Superiore della Sanità e la Procura di Napoli Nord su 38 centri. Il 37% della popolazione vive nel raggio di 100 metri di siti di smaltimento. Tra bambini ed adolescenti non sono segnalati "eccessi rilevanti"

Un lavoro certosino che, in parte, conferma le paure ed i timori che si vivono quotidianamente e che darà un impulso importante anche alle indagini che saranno portate avanti nei prossimi mesi. E’ stato presentato questa mattina il report delle indagini sanitarie svolte in seguito all’accordo di collaborazione scientifica tra l’Istituto Superiore di Sanità e la Procura di Napoli Nord che ha sede nel Castello Aragonese di piazza Trieste e Trento ad Aversa.

Un percorso iniziato circa tre anni fa che ha interessato 38 comuni delle province di Caserta e Napoli rientranti nell’area denominata ‘Terra dei Fuochi’, per un totale di 426 km quadrati, dove vive circa un milione di persone. Un’area dove sono ubicati 2767 siti di smaltimento controllato o abusivo di rifiuti, anche pericolosi, in 653 dei quali risultano anche avere avuto luogo combustioni illegali. E’ stata effettuata una mappatura del territorio calcolando un indicatore di esposizione a rifiuti che tiene conto della pericolosità dei siti presenti nel territorio comunale e della percentuale di popolazione che risiede nelle loro rispettive aree di impatto. In base al valore di questi indicatori sono stati divisi i comuni in quattro classi di valore crescente; nelle analisi, i comuni della prima classe sono stati poi utilizzati come popolazione di riferimento.

report terra dei fuochi procura dati comuni-2

Il lavoro svolto di raccolta ed analisi di tutti i dati ambientali disponibili per il territorio in esame ha permesso di caratterizzare il territorio di ciascuno dei 38 Comuni in termini di impatto ambientale dovuto alla presenza di siti di smaltimento controllato ed incontrollato di rifiuti, evidenziando le aree comunali maggiormente “impattate”. La raccolta e l’analisi dei dati sanitari delle diverse fonti informative disponibili, ha permesso di fornire un quadro dello stato di salute, evidenziando le situazioni che meritano specifiche attenzioni. Alcuni Comuni, infatti, presentano eccessi di specifiche patologie in termini di mortalità, ospedalizzazione e incidenza dei tumori

Dal report è emerso che nei comuni presi in esame, 354.845 abitanti (pari al 37% della popolazione) risiedono entro 100 metri da almeno un sito (ma spesso più di uno) e questo determina una molteplicità di fonti di esposizione pericolose. Considerando gli indicatori della saluta, nell’area in esame e nella maggior parte dei singoli comuni, si osservano in entrambi i generi (maschile e femminile) eccessi di mortalità (periodo 2008-2015) e di incidenza (2008-2012) per tutti i tumori, prendendo come popolazione di riferimento, rispettivamente, la popolazione residente in Regione Campania e la popolazione residente nelle aree dell’Italia Meridionale servite da registri tumori accreditati dall’associazione italiana registri tumori (Airtum).

“Fra i tumori per i quali esiste nella letteratura scientifica una evidenza di associazione con l’esposizione a siti di smaltimento incontrollato di rifiuti pericolosi definibile almeno come “limitata” - si legge nel report presentato in Procura - si osservano eccessi statisticamente significativi di mortalità per i tumori del fegato e della vescica in entrambi i generi, e per i tumori della mammella nelle donne. Eccessi significativi di incidenza si osservano inoltre in entrambi i generi per i tumori di fegato e vescica, nella popolazione femminile per i tumori della mammella e nella popolazione maschile per i linfomi non Hodgkin. Eccessi significativi di mortalità e incidenza si osservano in entrambi i generi per i tumori del polmone, e questi ultimi vanno segnalati anche in relazione alla presenza di siti di combustione incontrollata di rifiuti, al riscontro della circolazione nel territorio di sostanze volatili emesse da diverse sorgenti e delle elevate concentrazioni aerodisperse di idrocarburi policiclici aromatici (IPA) misurate in alcuni contesti”. 

mappa report terra dei fuochi procura-2

La mortalità per tumori della mammella, inoltre, è significativamente maggiore nei Comuni inclusi nella terza e quarta classe dell’indicatore di esposizione a rifiuti (tutti della provincia di Napoli) rispetto ai Comuni della prima classe. “Questa osservazione - si spiega - può essere commentata alla luce di diversi studi, che hanno portato alla definizione dell’associazione di questa patologia con i siti di smaltimento di rifiuti definita come “limitata”. L’analisi dei dati di incidenza del tumore della mammella prodotta dai Registri Tumori mostra anch’essa un eccesso di casi nella terza e quarta classe dell’indicatore di esposizione”.

E’ stato poi sottolineato un numero elevato di “ospedalizzazione per asma sempre in riferimento ai comuni della terza e quarta fascia” così come la presenza dei nati pretermine che è “significativamente più elevata nei comuni della terza e quarta fascia”, che viene collegata alla “luce dei diversi studi che hanno evidenziato un eccesso del numero dei nati pretermine tra i residenti in prossimità di discariche abusive con emissioni volatili e dello studio Moniter relativo agli inceneritori dell’Emilia Romagna”.

Un dato positivo emerge passando alle malattie oncologiche nella fascia di età pediatrica-adolescenziale. “Nell’intera area - si legge nel report - non si sono registrati eccessi per nessuna delle sedi neoplastiche indagate, rispetto alla media regionale. Singoli comuni presentano eccessi di singole patologie, che meritano specifiche attenzioni ed approfondimenti. Anche le analisi di mortalità e ricoveri ospedalieri in questa fascia di età nell’area complessiva non hanno fatto registrare eccessi significativi, tranne che per i tumori del tessuto linfoematopoietico nella fascia di età 0-14 anni”.

Sul fronte delle indagini, i risultati finora raggiunti “consentono di poter disporre di una cartografia del circondario di competenza della Procura della Repubblica di Napoli Nord che, pur senza voler stabilire alcun nesso eziologico, descrive, con significativa evidenza, una correlazione fra le aree dove sono state riscontrate le più importanti criticità ambientali e determinate patologie tumorali e di altro tipo.  Tale importante acquisizione consentirà alla Procura di fondare le proprie priorità investigative su basi scientificamente validate e di aggredire i focolai di esposizione a rischio da considerarsi più pericolosi per la salute delle comunità. L’attività d’indagine sarà anche indirizzata alla verifica dei presupposti per l’eventuale contestazione delle fattispecie di delitto introdotte dalla legge nr. 68 del 2015, ed in particolare del reato di omessa bonifica”.

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