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Caos suolo pubblico: "Autorizzazioni ferme in Comune e multe ai commercianti"

Interrogazione del consigliere Napoletano: "Pratiche non lavorate per la mancanza di personale. Nessuna informazione sui rinnovi dopo il lockdown"

E' caos suolo pubblico a Caserta tra autorizzazioni ferme e multe ai commercianti. A renderlo noto è stato il consigliere comunale di Fratelli d'Italia Pasquale Napoletano che ha depositato un'interrogazione rivolta al sindaco Carlo Marino ed all'assessore alle Attività Produttive Emiliano Casale.

Secondo quanto riferito da Napoletano, lo scorso 30 giugno sono scadute le autorizzazioni per le occupazioni di suolo pubblico regolate dalle disposizioni vigenti durante il lockdown, con l'aumento delle metrature per garantire il distanziamento interpersonale all'esterno dei locali. In tale situazione, evidenzia Napoletano, "non c'è stata una trasparente ed efficace comunicazione da parte del Comune per informare gli aventi diritto su quanto sia possibile richiedere per esserne correttamente autorizzati".

Comunque sia, molti esercenti - in particolare titolari di bar e ristoratori - hanno fatto domanda al Comune per ottenere il rinnovo dell'occupazione di suolo pubblico ottenuta durante la pandemia ma molte pratiche risulterebbero inevase "a causa della mancanza di personale", spiega l'esponente di Fratelli d'Italia. Una situazione di stallo in cui "molti commercianti che volevano regolarizzare le proprie posizioni pagando un canone si sono ritrovati addirittura multati per colpe non loro", precisa ancora Napoletano. Insomma, il danno e la beffa. 

Inoltre, riferisce ancora il consigliere d'opposizione, pare che ci siano "autorizzazioni rilasciate con il lumicino e senza osservare con scrupolo doveroso l'unico andamento possibile, ovvero quello dettato dall'arrivo cronologico delle istanze al Protocollo generale del Comune". Di qui la richiesta di chiarimenti al sindaco Marino ed all'assessore Casale.

Napoletano chiede lumi sul numero delle istanze non lavorate e sulle modalità di lavorazione oltre ai dipendenti impiegati. Inoltre chiede "quali e quante siano le attività di ristorazione e bar allo stato prive di autorizzazioni, per colpa loro non imputabile, e quindi operanti illecitamente con dehors, tavoli e sedie, circostanza che costituisce peraltro un danno erariale, poiché priva le Casse comunali degli importi di tasse e tributi da saldare per questa necessità".

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