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La strage dimenticata accende la polemica tra Salvini e i migranti

Dieci anni fa 6 stranieri uccisi in un agguato dei Casalesi guidati da Setola. Accuse al ministro leghista, che risponde via Twitter

Le note di Blowin in the wind, l'inno al pacifismo di Bob Dylan, hanno accompagnato la preghiera interreligiosa al chilometro 43 della Domitiana, il luogo dove 10 anni fa la strage di Castel Volturno causo' la morte di 6 africani e il ferimento di un settimo migrante. Vittime innocenti di camorra che oggi la comunita' del Comune tra Napoli e Caserta ha voluto ricordare con una celebrazione religiosa, la recita del Padre Nostro in italiano e in ghanese, e l'intervento delle istituzioni che hanno lanciato un appello contro il razzismo. "Oggi ricordiamo una tragedia ma anche una manifestazione che ha dato ai nostri ragazzi la speranza di vivere un futuro migliore. Il nostro auspicio e' che quei ragazzi non siano morti invano e che, anche il loro esempio, porti la pace tra gli uomini e le donne e tra tutte le nazioni del mondo", ha detto l'arcivescovo di Capua, Salvatore Visco, che ha ricordato la mobilitazione spontanea dei migranti che all'indomani della strage portò 20mila persone a scendere in strada per dire no alla camorra. A celebrare le preghiere anche Prosper Doe, pastore pentacostale, e l'imam Mamadou Sy, rappresentante della comunita' musulmana senegalese di Caserta. Una corona di fiori e' stata deposta sotto la targa che riporta i nomi di Kwame Antwi Julius Francis, Affun Yeboa Eric, Christopher Adams, El Hadji Ababa, Samuel Kwako e Jeemes Alex, i sei africani vittime della strage, e di Joseph Ayimbora, l'unico superstite, morto nel 2012 per motivi di salute, che testimonio' contro gli autori dell'eccidio. La targa si trova da diversi anni all'esterno della sartoria di Ischitella fuori la quale furono esplosi i colpi mortali che uccisero i sei ragazzi africani. Quel negozio e' chiuso ormai dal 18 settembre di dieci anni fa e le mura vicine alla sartoria sono ancora crivellate di colpi. 

L’accusa al ministro leghista

"I discorsi di Salvini istigano l'odio. A Castel Volturno lo vediamo: gli italiani sono arrabbiati e si sfogano contro gli immigrati. Noi qui vogliamo costruire, insieme agli italiani, un futuro migliore per la nostra terra. Chiediamo al governo di aiutarci in questa battaglia". Cosi', all'agenzia Dire, Mamadou Kouassi del movimento migranti e rifugiati di Caserta, si rivolge all'esecutivo, rispondendo alle accuse lanciate da Matteo Salvini contro chi si oppone al decreto immigrazione messo a punto dal Viminale. Il nodo è soprattutto l’eliminazione dall'ordinamento il permesso di soggiorno per motivi umanitari, che ha permesso di regolarizzare migliaia di immigrati che non avevano documenti perché senza contratto di lavoro, ma anche a tanti ragazzi nati in Italia da genitori stranieri che non vengono riconosciuti dalla legge. Mimma D'Amico, responsabile del Centro Sociale Ex Canapificio, associazione che gestisce Sprar e da sempre si occupa di immigrati, afferma che “se dovesse essere cancellato il permesso di soggiorno per motivi umanitari, sarà caos in molte città italiane, mentre a Castel Volturno ci sarà una grande tensione sociale. È ovvio che molti immigrati si troveranno ad essere irregolari ma non potranno essere rimpatriati, in quanto in Italia da anni e con figli nati qui. Il Ministro ci ripensi; con tale strumento, le associazioni hanno potuto in questi anni favorire una maggiore regolarità”. Il portavoce del movimento migranti e rifugiati viene dalla Costa d'Avorio e a dicembre la sua compagna italiana dara' alla luce una bambina. "Deve avere il diritto di essere cittadina sia italiana che ivoriana. Il governo - aggiunge - dovrebbe impegnarsi per lo Ius Soli perchè tanti bambini, anche se nati in Italia, oggi sono apolidi". Kouassi ha conosciuto uno dei 6 migranti morti nella strage di Castel Volturno. Si chiamava Karim ed stato ucciso dalla camorra a 28 anni. "Andavamo insieme alle rotonde per lavorare come braccianti e siamo stati sfruttati entrambi dai caporali". La notte della strage, Mamadou si trovava a Castel Volturno, dove viveva. "Quando sono arrivato sul posto - racconta - i corpi dei miei fratelli erano stati gia' portati via dalla polizia. Ma ho vivo nella memoria il sangue, era dappertutto".

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Salvini: “Attaccato da chi fa business con gli stranieri”

Non si è fatta attendere la replica del ministro dell’Interno Salvini via Twitter. "Il decreto immigrazione è in dirittura d'arrivo e ci sono già ottime notizie. Un centro sociale di Castel Volturno, la cui responsabile si occupa di immigrati per professione, mi accusa di creare caos. Insomma: vengo attaccato da estremisti di sinistra e che fanno business con gli stranieri. Sono sulla strada giusta”.

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