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Sabato, 20 Aprile 2024
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Stop alla Cava con la decisione "silenziosa" dei giudici

I giudici non si esprimono sul ricorso dopo il provvedimento della Regione alla prosecuzione dell'attività estrattiva

Dopo la sospensione dell'attività estrattiva a Cava Vittoria, tra Maddaloni e Caserta, disposta dalla Regione Campania si avvia verso una sentenza di non luogo a procedere per sopravvenuta carenza di interesse il ricorso presentato al Tar Campania dal Comitato Emergenza Rifiuti, Circolo Legambiente Caserta, Comitato Cittadino San Nicola la Strada Città Partecipata e i consiglieri comunali di Caserta Naim Norma, Apperti Francesco e Mario Alessandro Russo, tutti difesi dall’avvocato amministrativista Paolo Centore.

Al centro della contesa contro la Regione Campania c'erano proprio i provvedimenti del 2017 con cui veniva autorizzata la proroga delle attività estrattive nella cava di calcare Vittoria sita nei comuni di Caserta e Maddaloni, in località Laureto – Pintime.

I ricorrenti si dolevano, in particolare, dell’illegittimità del provvedimento di autorizzazione alla prosecuzione delle attività estrattive, avvenuto senza l’aggiornamento quinquennale del Piano di Recupero delle Attività Estrattive (PRAE) mai disposto dalla regione Campania e scaduto il 31 dicembre 2017. Il ricorso introduttivo è stato proposto contro la Regione Campania e nei confronti di Cementir srl, quindi è stato proposto un successivo ricorso per motivi aggiunti avverso il provvedimento di voltura dell’autorizzazione in favore della società Maddaloni Cementi srl.

Alla udienza pubblica celebrata stamattina dinanzi alla Sezione Quarta del Tar Campania, Napoli (Presidente Pappalardo, relatore Cestaro) dopo una lunga discussione dell’avvocato Paolo Centore e dell’avvocatura regionale della Campania, è emerso che la stessa Regione, con decreto n°104 del 02/08/2018, condividendo le tesi difensive dei ricorrenti, ha stralciato – dal precedente proprio provvedimento – l’autorizzazione all’attività di estrazione di materiale, disponendo che la Maddaloni Cementi non possa più procedere all'estrazione, che avrebbe portato alla realizzazione di ulteriori 4 macrogradoni nella cava stessa, e ordinando alla stessa ditta controinteressata di allontanare i cumuli di materiale calcareo stoccato sul piazzale della cava e procedere alla ricomposizione del piazzale stesso, nonché procedere agli interventi di ricomposizione ambientale già realizzati sul fronte: il tutto rispettivamente entro il 31 marzo 2019 ed entro il 30 giugno 2019.

Il processo dinanzi al Tar si avvia, dunque, ad una pronuncia di sopravvenuta cessazione dell’interesse dei ricorrenti, che hanno ottenuto dalla Regione Campania un provvedimento satisfattivo delle proprie doglianze.

Resta aperta la porta ad un giudizio, dinanzi al TAR Campania, da parte della Maddaloni Cementi srl che dovrebbe proporre il ricorso avverso il provvedimento del 02 agosto scorso entro il termine massimo del 30 ottobre, ma di cui alla udienza odierna non v’è stata menzione o riferimento.

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