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Stadio del tennis, 6 proprietari rivogliono il terreno: battaglia in tribunale

Viene chiesta la restituzione dell'area in un ricorso presentato al Tar della Campania

I proprietari del terreno dove è stato costruito lo Stadio del tennis a Santa Maria Capua Vetere chiedono al Comune la restituzione dell'area e i giudici amministrativi, investiti della questione, chiedono alle parti una relazione per vederci chiaro. La questione principale è se il Municipio sia parte in causa, dato che l'impianto è della Provincia e l'esproprio fu delegato dalla Regione. In questi giorni la settima sezione del Tar Campania ha assegnato con ordinanza alle parti 30 giorni per presentare memorie sulla vicenda.

Il ricorso è stato presentato da Gaetano Maria Munno, Martina Munno, Adolfo Munno, Angelina Lombardi, Nicolina Munno e Rosina Stellato contro il Comune, non costituito in giudizio, e viene contestato il silenzio serbato da Palazzo Lucarelli sulla diffida notificata dai privati ad agosto dell'anno scorso. I ricorrenti sono comproprietari di un terreno di circa 3.200 metri quadrati occupato dal Comune di Santa Maria Capua Vetere e adibito a impianto sportivo.

Il decreto sindacale del 4 ottobre 1980 disponeva l'occupazione d'urgenza, per tre anni, di aree "occorrenti per la costruzione di un campo da tennis con tribune, da realizzarsi a cura della Amministrazione Provinciale di Caserta" e due anni dopo fu fissata l'indennità provvisoria di esproprio, a carico della Provincia.

Lo Stadio del tennis è stato poi realizzato, ma non è mai stato emesso il decreto di esproprio, né vi è stata cessione volontaria del bene. Con la diffida inoltrata l'anno scorso, i cittadini hanno quindi chiesto al Comune di provvedere nel termine di 30 giorni alla restituzione del terreno nelle condizioni in cui si trovava prima dell'occupazione o altrimenti a legittimare l'occupazione con un formale provvedimento acquisitivo.

Da Palazzo Lucarelli non sono arrivate risposte, per cui i privati hanno presentato ricorso al Tar chiedendo la condanna del Comune alla restituzione del terreno occupato abusivamente o all'emissione del decreto di esproprio o del provvedimento di acquisizione sanante. Sulla vicenda, nota il Tar, si è già pronunciato il tribunale ordinario: nel 1999 la Corte di cassazione nel ricorso proposto dal Comune di Santa Maria Capua Vetere contro i cittadini, ha confermato la sentenza della Corte d'Appello di Napoli nella vertenza aperta dai privati contro l'ente locale e la Provincia per ottenere il pagamento dell'indennità per il periodo di occupazione e il risarcimento danni. In quella occasione la Suprema Corte ha fatto notare che la Regione aveva delegato al Comune solo la procedura di esproprio, per l'indennità va chiesta all'ente che ha promosso l'occupazione e nel cui interesse la procedura di esproprio viene svolta. I giudici amministrativi hanno chiesto quindi alle parti di presentare memorie, fra l'altro, sulla possibile infondatezza del ricorso, in quanto il Comune non sarebbe tenuto a provvedere sull'istanza dei ricorrenti.

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