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Cancellati 6 km di arenile, Assodemaniali si rivolge al Ministro

Il fenomeno dell'erosione tra Lago Patria e Ischitella. Cecòro: "Il Ministero attivi subito le prescrizioni ambientali"

Mentre si attendono gli interventi che, come annunciato dalla Regione Campania, entro cinque anni dovrebbero cambiare radicalmente il volto del Litorale Domizio, di fatto gli oltre sei chilometri di spiaggia tra Pinetamare e la foce di Lago Patria sono stati letteralmente cancellati da un’erosione costiera protrattasi per oltre un decennio, contraddistinto dai silenzi e dalle mancate risposte dell’Ente regionale alle richieste, da parte di Assodemaniali, per l'accesso agli atti sulla Via, la Valutazione di Impatto Ambientale relativa alla Realizzazione in Project Financing del Porto Turistico Regionale di Pinetamare, nel Comune di Castel Volturno. 

Dal 2010, infatti, l’Associazione che raccoglie gli imprenditori balneari della Campania, porta avanti una battaglia di legalità a difesa dell’ambiente. Secondo i ricorsi di Assodemaniali, supportati dalle relazioni tecniche del consulente Leopoldo Franco, docente di Ingegneria Idraulica all’Università di Roma 3, la grave erosione della costa meridionale di Pinetamare è stata determinata dalla realizzazione della Darsena di San Bartolomeo, immediatamente a Sud della foce del Volturno, che avendo profondamente modificato al morfologia dei luoghi ha interrotto, con la realizzazione dei moli di protezione del porticciolo, le correnti longitudinali cariche di sabbia, producendone un considerevole accumulo a nord dell’area, favorendo invece una grave erosione degli arenili nel tratto verso la Foce di Lago Patria. Una situazione ulteriormente aggravata dalla mancata attuazione delle prescrizioni della Valutazione di Impatto Ambientale.

Fenomeno evidente, in particolare, nell’area di Ischitella, dove l’erosione ha mangiato interi tratti di un arenile originariamente profondo fino ad 80 metri.

"Il grave stato di erosione della costa – sottolinea l’architetto Antonio Cécoro, presidente di Assodemaniali Campania e vicepresidente nazionale della Federazione Imprese Demaniali -, dove gli arenili rappresentano la principale risorsa per incrementare l’offerta turistica del litorale Domizio, ha avuto negli ultimi anni una massiccia accelerazione in conseguenza dell’intensa antropizzazione delle aree costiere e delle opere portuali, realizzate in modo abusivo e senza alcun criterio, che hanno contribuito alle variazioni del regime idrodinamico, provocando una nuova configurazione della linea di riva, con accentuati arretramenti dei settori contigui".

Nell’area di Ischitella, caratterizzata dalla presenza di importanti stabilimenti balneari che ogni anno accolgono gran parte dell’utenza di Napoli e Caserta, l’abbassamento della quota degli arenili di circa 2,5 metri sul livello del mare. Tutto ciò si traduce in un grave pericolo per la sicurezza del territorio e in una significativa riduzione della redditività delle imprese balneari, con gravi ripercussioni sul reddito, sull’occupazione e sull’economia locale. Nell’area interessata dal fenomeno sono oltre 50 i lidi coinvolti, che nel periodo estivo contato più di 500 addetti. "Quest’anno le condizioni di degrado sono tali – aggiunge l’archietto Cécoro – da mettere a rischio l’apertura degli stabilimenti, orientando verso altre destinazioni balneari le centinaia di migliaia di presenze turistiche che quotidianamente frequentavano i nostri lidi".

L’incessante erosione costiera poteva essere arginata dalle prescrizioni della Valutazione di Impatto Ambientale che doveva accompagnare la realizzazione del porto turistico regionale di Pinetamare, assegnato in project financing nel 2004 dalla Regione Campania alla Soc. Marina di Pinetamare Srl. Dopo una lunga serie di richieste per l’accesso agli atti, nel 2010 la Regione comunica le prescrizioni validate anche dall’Autorità di Bacino Nord Occidentale della Campania: interventi di ripascimento da condurre preliminarmente o, almeno, contemporaneamente all’esecuzione delle opere portuali; ripascimento annuale lungo la fascia costiera a sud del porto fino alla foce di Lago Patria; interventi di mitigazione del rischio di erosione. Questi, ed altri interventi prescritti, a carico del proponente, ad oggi rimangono lettera morta, nonostante la Commissione Europea abbia ulteriormente inasprito le prescrizioni in materia ambientale. Proprio l’Assodemaniali, insieme al Codacons di Aversa, con ricorso alla Commissione europea, impose alla Regione di rivedere la prima valutazione di impatto ambientale (VIA) concessa dagli uffici regionali addirittura senza prescrizioni.

Nel 2017 il TAR Campania ha accolto un ulteriore ricorso presentato da Assodemaniali, assistita dall’avvocato Luigi Roma, chiedendo alla Regione di rendere noto perché non ha fatto rispettare le prescrizioni ambientali previste nella concessione di ampliamento del porto turistico. Il Tribunale Amministrativo Regionale, inoltre, ha chiesto l’applicazione dell’articolo 27 del Testo Unico Ambiente, individuando il Ministero dell’Ambiente come autorità competente per l’applicazione delle sanzioni. A fronte del silenzio, questa volta, del Dicastero, nel 2020 il Tar del Lazio ha accolto il ricorso e obbligato il Ministero entro 90 giorni a rispondere all’istanza sull’applicazione delle sanzioni. Decorso inutilmente il termine previsto dalla sentenza, il Tribunale Amministrativo del Lazio ha nominato come commissario ad acta Stefano Laporta, presidente dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), che dovrà avviare il procedimento per l’applicazione delle prescrizioni richieste in sede di Via.

“I danni causati all’ambiente e all’economia sono ingenti – conclude il presidente di Assodemaniali Campania – e sono il prodotto di silenzi e di interventi realizzati senza il minimo rispetto delle norme europee, nazionali e regionali. Ci continueremo a battere per il ripristino della legalità e del rispetto dell’ambiente, condizioni necessarie per il tanto auspicato rilancio del litorale Domizio”.

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