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Sindacalista ucciso: in Parlamento lo celebrano mentre lo Stato non risarcisce i familiari

L'iniziativa in memoria di Federico Del Prete, il legale: "Da un anno e mezzo aspettiamo risposte". Ieri le famiglie delle vittime innocenti a Montecitorio con don Ciotti

Sorrisi per i fotografi e per cucirsi da qualche parte sulla giacca l'etichetta dell'antimafia. Perchè se da un lato lo Stato promuove iniziative in memoria delle vittime della criminalità organizzata dall'altro non riconosce a quelle stesse vittime diritti elementari come il giusto riconoscimento ad un risarcimento o ad uno status. 

Ieri i familiari di alcune vittime innocenti, accompagnati da don Luigi Ciotti, hanno organizzato un presidio a Montecitorio per presentare un manifesto con richieste di giustizia e di rispetto dei diritti stabiliti per legge. A margine hanno incontrato il presidente della Camera Roberto Fico che ha dichiarato: "Le Istituzioni hanno il dovere di ascoltare, mantenere alta l'attenzione e lavorare in modo sinergico al loro fianco, dando risposte concrete". Un bel sorriso per i fotografi, qualche parola di circostanza ed un commosso e caloroso saluto.

Oggi c'è stato oggi a Palazzo Theodori Bianchinelli, uno dei Palazzi della Camera, l'evento denominato "Legalità e tutela delle vittime. Il ricordo di Federico Del Prete", il sindacalista degli ambulanti ammazzato a Casal di Principe la sera del 18 febbraio 2002, alla vigilia di un processo per estorsione che lo vedeva testimone principale contro il vigile urbano che, per conto del clan camorristico La Torre, alleato dei Casalesi, taglieggiava gli ambulanti del mercato di Mondragone, promosso da Agrorinasce ed al quale ha partecipato anche il figlio. 

Ma resta l'amaro nel constatare che se da una parte vengono organizzati convegni "in memoriam", dall'altro lo Stato non riconosce diritti a quelle stesse vittime che vengono celebrate. Basti pensare che da 1 anno e mezzo (il termine era di 60 giorni) ai familiari di Del Prete, riconosciuto vittima innocente della camorra, non viene riconosciuto un risarcimento da 100mila euro disposto dal tribunale Civile di Napoli. 

"Oggi si ricorda la figura di sindacalista coraggioso di Federico Del Prete - dice all'Ansa Gianni Zara, avvocato di Gennaro Del Prete, figlio della vittima - eppure dopo un anno e mezzo nessuno ci risponde su un diritto, quello al risarcimento riconosciuto dal giudice civile, che ci spetta in modo legittimo. Chiedo al Ministro Lamorgese di fare chiarezza su questa vicenda e sulla situazione di tante vittime innocenti della camorra mai riconosciute come tali, che ieri hanno anche manifestato a Roma con Don Luigi Ciotti".

In molti casi simili, il Ministero dell'Interno ha risposto picche, basandosi su una normativa molto contestata, ovvero quella che blocca i risarcimenti per i parenti della vittime innocenti della criminalità, come è appunto Federico Del Prete, quando hanno legami anche di parentela fino al quarto grado con persone vicine alle organizzazioni mafiose o comunque non risultano estranei ad ambienti criminali. Norme che danneggiano le tante persone che vivono nei piccoli comuni ad alta densità mafiosa, come quelli casertani di Casal di Principe, San Cipriano d'Aversa, Casapesenna, dove cittadini onesti e incensurati hanno parentele scomode, e pur avendo avuto padri o figli uccisi incolpevolmente, spesso per errore di persona, non si vedono riconosciuti diritti acquisiti. Spesso il Viminale, nel rispondere negativamente, si basa su informative, spesso datate, delle forze dell'ordine, senza tener conto di sentenze giudiziarie che accertano la completa innocenza della vittima e la sua totale estraneità ad ambienti delinquenziali. E quando questo diritto viene riconosciuto dai giudici - non dallo Stato - lo Stato fa Appello o orecchie da mercante alle legittime istanze dei familiari, persone che hanno versato lacrime e che meritano di ricevere risposte alle loro richieste e fatti, non solo parole e sorrisi.

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