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Rimessa per navi ‘abusiva’, il Tar ribalta la chiusura

La sentenza annulla l’ordinanza del Comune

La rimessa per imbarcazioni non era ‘abusiva’. Il Tar della Campania accoglie il ricorso della ‘Cantieri Panaro’ contro il Comune di Castel Volturno, che nel maggio scorso con una apposita ordinanza aveva chiesto alla società di provvedere ‘ad horas’ alla chiusura dell’attività abusiva in quanto privata dei requisiti di agibilità.

Nel ricorso presentato al collegio dei giudici della Sezione Terza (presidente Fabio Donadono) viene ricostruita la ‘cronostoria’ dei permessi rilasciati alla società, tutti arrivati regolarmente fino al verbale della polizia municipale del 10 aprile in cui si accertava che i ‘Cantieri Panaro’ aveva esercitato l’attività “senza agibilità dell’area”, con la successiva archiviazione della SCIA da parte del Comune e l’ordinanza di chiusura.

I giudici del Tar hanno concordato con le ragioni della società di rimessa imbarcazioni. Nel ricorso infatti viene ricordato come “l’agibilità non dovrebbe essere certificata in relazione ad un’area, ma riguarderebbe piuttosto “nuove costruzioni”, “ricostruzioni o sopraelevazioni, totali o parziali” e “interventi sugli edifici esistenti”. Inoltre per il Tribunale amministrativo dal Comune è arrivata anche una “violazione dell’obbligo di comunicare l’avvio del procedimento, e quindi del contraddittorio procedimentale”. 

I giudici hanno quindi annullato l’ordinanza e condannato il Comune al pagamento delle spese processuali per 1500 euro.

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