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Giovedì, 25 Aprile 2024
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La prescrizione 'salva' sindaci, consiglieri e funzionari da risarcimento milionario

Si chiude con un nulla di fatto l'indagine della Procura su 27 persone. L'operazione era stata già vagliata dal ministero che non aveva rilevato alcun "errore finanziario"

Tutti salvi con la prescrizione. Venticinque ex ed attuali amministratori del Comune di Caserta, insieme ad un dirigente ed all’ex segretario del Comune Capoluogo erano finiti nel mirino della Corte dei Conti per un buco di quasi 5 milioni di euro che, secondo gli inquirenti, sarebbe stato “parte integrante” del dissesto finanziario poi dichiarato nel 2011 dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Pio Del Gaudio

Sotto la lente della Corte dei Conti erano finiti lo stesso Pio Del Gaudio, Donato Affinito, Enzo Ferraro, Stefano Fabrocile, Giuseppe Riello, Attilio Romano, Antimo Ronzo, Silvana Sciaudone, Biagio Esposito, Giuseppe Casella, Nello Spirito, Cesare Lino, Nicola Garofalo, Livio Gallicola (defunto), Catello Tronco, Gabriele Amato, Pasquale Toscano, Pietro Della Peruta, Antonio Maiello, Angelo Polverino, Domenico Guida, Giovanni Lombardi, Emilio Caterino, Antonio Di Lella, Carlo Marino, Gioacchino Petrella e Luigi Coviello

Al centro dell'inchiesta vi era il rifinanziamento dei debiti del Comune di Caserta avvenuto nel 2004 (un anno prima della fine dell'amministrazione di Luigi Falco) tramite gli Swap, cioè dei derivati su tassi di interesse che permettevano di ricevere subito somme liquide al momento della sottoscrizione. La Corte dei Conti contestava gli atti approvati dal Comune (giunta e Consiglio) nel maggio 2014 con cui vennero rifinanziati dei debiti che l'Ente aveva in quel momento per poter ottenere una liquidità immediata di 12 milioni di euro nel triennio 2004- 2006 a fronte di un allungamento del nuovo mutuo a 20 anni. In particolare, però, il vice procuratore della Procura della Corte dei Conti contestava l'operazione effettuata con la Bnl che prevedeva un "upfront" di 5 milioni 377mil euro, dei quali però 4 milioni 480mila euro furono utilizzati per coprire la penale per l'estinzione di un precedente derivato. Operazione che secondo la Corte dei Conti andava certificata quale danno erariale nei confronti del Comune.

La Corte dei Conti, però, oltre a dichiarare la prescrizione ha sottolineato nella sentenza come, in realtà, l’operazione sia stata già vagliata dagli ispettori del Ministero e che gli stessi non avevano riscontrato alcuna anomalia nell’operazione finanziaria messa in atto dal Comune di Caserta. “Il dirigente ispettore - si legge nella sentenza, richiamando l’ispezione del 2008 - nella relazione conclusiva non ha mosso alcun rilievo riguardo al contratto oggetto di causa, espressamente esaminato, benché anch’egli gravato dall’onere di denuncia alla Procura contabile”. Ed a nulla è valso neanche il tentativo della Procura della Corte dei Conti di far partire la prescrizione solo dal 2011, quando cioè stato dichiarato il dissesto da Del Gaudio e soci, visto che, come sottolineato a più riprese dagli avvocati difensori, gli atti erano già a conoscenza della Procura dal 2008 e l’atto di citazione a giudizio è arrivato agli amministratori solo nel 2014, quando erano già trascorsi i termini necessari per la prescrizione (5 anni).

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