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L’effetto pandemia è finito: la Terra dei Fuochi torna a bruciare tra i rifiuti

I sindaci ai ministri: “Strada corretta, ma non risolutiva”. Due richieste sul tavolo

L’effetto pandemia sembra essere definitivamente finito: la Terra dei Fuochi torna a bruciare tra i rifiuti. Nell’ultima settimana sono stati decine di roghi segnalati (soprattutto nelle ore notturne) che hanno reso irrespirabile l’area tra Aversa, l’agro aversano ed i comuni a nord di Napoli. Tanto da spingere il sindaco di Aversa Alfonso Golia, a nome di tutti i colleghi dell’agro aversano, a scrivere una lettera inviata ai ministri dell’Interno (Lamorgese), della Transizione Ecologia (Cingolani) e della Difesa (Guerini), oltre che alla Regione Campania ed all’Anci per chiedere un nuovo tavolo operativo.

“Purtroppo anche quest'anno, come ogni estate, si sta ripresentando il problema dei roghi tossici, appiccati ad ogni ora del giorno e della notte” scrive Golia. “E’ un fenomeno ampio e diffuso, purtroppo, che interessa i territori dell'agro aversano e della provincia a nord di Napoli. I cittadini sono stanchi e vittime di un  problema al quale noi  istituzioni non riusciamo a dare ancora una soluzione definitiva”.

E’ arrivato il momento “di porre in essere tutte quelle azioni necessarie a debellare il fenomeno, soprattutto sul fronte repressivo e dei controlli alle aziende che lavorano in nero ed i cui rifiuti sono dunque destinati ad un circuito illegale di smaltimento” aggiunge. “L’esperienza delle azioni congiunte di II livello, ci dice che il metodo è corretto ma evidentemente non risolutivo. In tale difficile contesto andrebbero  potenziati  i controlli preventivi per ridurre a monte il fenomeno che ormai  ha assunto dimensioni preoccupanti”.

Due le proposte sul tavolo: “Serve un efficiente sistema di videosorveglianza, che copra l’intero territorio interessato dal fenomeno in argomento, al fine di individuare tempestivamente gli sversamenti illeciti ed il connesso fenomeno dei roghi. Inoltre, sarebbe auspicabile replicare l’esperienza della convenzione cosiddetta “ECOPNEUS” anche per altre tipologie di rifiuti, al fine di procedere alla tempestiva caratterizzazione degli stessi  e al doveroso conferimento in impianti autorizzati”. Quest’ultima fase, aggiunge, risulta necessaria in quanto, nella maggior parte dei casi, la mancanza di risorse finanziarie a disposizione dei singoli Enti non consente gli interventi di caratterizzazione e di rimozione dei rifiuti  il cui  deposito prolungato sui territori costituisce di fatto un potenziale innesco per il fenomeno in argomento, con gravi conseguenze sulla qualità dell’aria e quindi gravi e certi rischi per la salute pubblica. Solo grazie ad una azione congiunta ed attraverso la collaborazione delle istituzioni preposte potremo dare risposte concrete alle nostre comunità debellando definitivamente il fenomeno in questione. Dobbiamo ridare speranza a questa terra, con polso fermo e azioni concrete per porre fine ai roghi tossici”.

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