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De Luca proroga zona arancione: "Colpo di grazia per i ristoratori"

Durissima posizione di Confcommercio. Zinzi e Ciarambino contro la scelta del presidente: "Categorie costrette a subire le ordinanze"

Ristoratori campani sempre più bistrattati dalle istituzioni locali e nazionali. Lo denunciano con forza Confcommercio e Fipe Caserta all’indomani dei nuovi provvedimenti restrittivi emanati da Governo e Regione.

"La decisione dell’esecutivo – spiega Lucio Sindaco, presidente provinciale di Confcommercio Caserta - di concedere a bar, ristoranti e imprese commerciali di riaprire soltanto per una manciata di giorni, alla vigilia delle festività natalizie, era già apparsa a tutti come un mero contentino. Una magra consolazione rispetto alle attese della categoria dopo settimane di restrizioni previste dalla fascia arancione. L’ordinanza con la quale il presidente De Luca ha stabilito, appena poche ore fa, di bloccare il passaggio in zona gialla, prorogando la fascia arancione fino a gennaio, rappresenta il colpo di grazia. E’ evidente infatti che misure di questo tipo - assunte peraltro senza alcun preavviso – oltre ad essere contraddittorie sono pure inefficaci. Chiudere bar, locali e ristoranti quando altre realtà sono aperte non scongiurerà gli assembramenti e non ridurrà i contagi, ne deriva che un simile provvedimento non risponde ad una reale esigenza di tutela della salute. Ciò che invece è certo è che provocherà danni gravissimi all’economia della Campania".

"Tutto ciò è veramente assurdo – è il commento che arriva da Giuseppe Russo, presidente provinciale Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi) Caserta – ci sono ristoratori che avevano richiamato personale a lavoro, contando sul fatto che da domenica 20 dicembre la Campania sarebbe tornata in zona gialla e quasi tutti avevano fatto rifornimento di alimenti e altre materie prime che ora andranno al macero. Non comprendiamo questo accanimento nei confronti della categoria e auspichiamo un passo indietro da parte del presidente De Luca".

Confcommercio Campania intanto ha chiesto anche l’intervento immediato del prefetto affinché uniformi la situazione della regione al resto d’Italia anche alla luce degli attuali dati sanitari che fotografano un miglioramento della situazione rispetto alle ultime settimane.

Sulla questione sono intervenuti anche il capogruppo della Lega Gianpiero Zinzi e la vicepresidente del consiglio regionale Valeria Ciarambino. "L’ultima ordinanza regionale appare inutilmente punitiva nei confronti di attività che hanno già affrontato troppi sacrifici finora, dando prova di un grande senso di responsabilità. Mantenere la Campania in zona arancione significa penalizzare ulteriormente titolari di bar, pasticcerie, pub e ristoranti che in questi tre giorni potevano prendere un po’ di ossigeno. Chi rimborserà le loro perdite dal momento che per erogare le misure di sostegno il Governo prenderà in considerazione il periodo dal 24 dicembre? De Luca torni sui suoi passi e ascolti le ragioni dei ristoratori", ha tuonato Zinzi.

"Le ultime ordinanze di De Luca sembrano più una prova di forza che il governatore ha ingaggiato contro il Governo, che misure tese al contenimento del contagio. E non è più accettabile che intere categorie, che già pagano a caro prezzo gli effetti delle restrizioni della prima fase pandemica, debbano continuare a subire misure che rischiano di mettere in ginocchio una volta per tutte le loro attività, senza essere state coinvolte in nessuna di queste scelte. Da mesi chiediamo che la Regione Campania istituisca un tavolo permanente con tutte le categorie produttive, così da condividere ogni provvedimento in esame, recependo, allo stesso tempo, anche le istanze di chi, più ogni altro, paga le conseguenze di queste decisioni. Commercianti, ristoratori e imprenditori che hanno pianificato le rispettive attività, programmando approvvigionamenti e richiamando i dipendenti al lavoro, oggi si trovano costretti a rivedere i loro piani, con chissà quali conseguenze sul futuro delle loro attività e dei lavoratori", gli fa da eco Ciarambino.

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