Comitato "No al biodigestore" propone il piano B a costo zero per il Comune

Il no al biodigestore in località Ponteselice non è un no tout court all'impiantistica nel Capoluogo. Anzi. C'è chi oltre ad opporsi all'impianto a due passi dalla Reggia avanza proposte a "costo zero" per superare l'impasse ed evitare un impianto a ridosso delle case del popoloso quartiere Acquaviva.

Nei giorni scorsi - mentre imperversava la polemica sulla mancata discussione in consiglio comunale sul biodigestore - il comitato "Caserta Grida No al Biodigestore" ha protocollato a Palazzo Castropignano - attraverso i suoi rappresentanti Francesca Brizzi ed Andrea Cei - una nuova proposta per la realizzazione di un impianto "aerobico", basato sui dati di produzione effettiva della frazione organica del Comune di Caserta, oltre all'installazione di 27 "compostiere di prossimità" dimensionate sulle esigenze delle 22 frazioni e di 5 macro aree in cui è stato suddiviso il centro cittadino. 

Una proposta - si legge nell'istanza protocollata in Municipio - che sarebbe a costo zero tenuto conto che il 100% dei costi sarebbero ammissibili nei finanziamenti previsti per l'impiantistica dal Ministero della Transizione ecologica, con i progetti che dovranno essere consegnati entro la metà febbraio. I tempi sono dunque strettissimi. Per questo "il comitato chiede che l’ente voglia provvedere ad effettuare domanda di accesso al contributo per la realizzazione di proposte volte all’ammodernamento e alla realizzazione di nuovi piccoli impianti aerobici di trattamento/riciclo dei rifiuti urbani provenienti dalla raccolta differenziata". 

Nel frattempo, il Comitato sta redigendo le nuove osservazioni sulla base del nuovo studio preliminare ambientale depositato a inizio gennaio dal Comune in Regione per il quale è, dunque, ricominciato l'iter burocratico con le osservazioni di enti ed associazioni che dovranno essere formulate nuovamente.