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Collettore fognario, ricorso flop del Comune. “E’ inammissibile”

Il Tar boccia la causa intentata contro la Regione Campania

Il ricorso al Tar del Comune di Maddaloni contro la Regione Campania per il collettore fognario ha fatto flop. La prima sezione del tribunale amministrativo di Napoli (presidente Salvatore Veneziano) ha, infatti, dichiarato inammissibile il ricorso presentato dall’Ente che chiedeva una riposta da Palazzo Santa Lucia per eliminare le cause dei continui allagamenti del territorio comunale.

Il raddoppio del collettore mai realizzato

Il Comune, guidato dal sindaco Andrea De Filippo, aveva rappresentato che, attualmente, la rete di drenaggio urbano dei Comuni di Cervino, Santa Maria a Vico e San Felice a Cancello è composta da tre distinti collettori che convogliano nell’unico collettore esistente denominato “Valle Caudina”. "Tuttavia, in data 6 febbraio 1986, avendo CASMEZ (Cassa del Mezzogiorno) approvato e finanziato alcune perizie di variante dei collettori tributari del collettore emissario dell’aria industriale di Acerra, in base ai quali si prevedeva di smaltire anche la portata di pioggia degli stessi comuni, si rese necessaria la progettazione e la realizzazione di un nuovo collettore da affiancare al collettore “Valle Caudina” per lo smaltimento delle maggiori portate complessive (cd. Raddoppio). Nel contempo, in vista della realizzazione del raddoppio, il Comune di Santa Maria a Vico provvide a riproporzionare il proprio collettore finale, in modo da recapitare al suo estremo a valle un portata complessiva pari a 24 metri cubi al secondo. Tale collettore finale del Comune di S. Maria a Vico recapita nel collettore “valle caudina” tutte le proprie acque, ma non essendo mai stato completato il raddoppio di quest’ultimo, in occasione di eventi di pioggia intensi e per il convogliamento di una portata maggiore rispetto ai 2,09 metri cubi al secondo, per i quali esso fu progettato, si verificano allagamenti del territorio circostante”.

Le strade si allagano

In queste condizioni, dunque, il collettore “Valle Caudina” non sarebbe in grado di convogliare l’intera portata all’impianto di depurazione di Acerra, causando fenomeni di allagamento riscontrati specialmente nella zona limitrofa all’attraversamento del lagno “Gorgone” e contribuendo ai fenomeni di allagamento che si riscontrano nella zona Grotticelle del Comune di Maddaloni (area in cui confluiscono i collettori fognari dei tre comuni di Cervino, San felice a Cancello e Santa Maria a Vico). Nonostante la previsione di uno stanziamento per il raddoppio del collettore, il progetto non è mai stato realizzato e il Comune ha rappresentato “di aver trasmesso alla Regione Campania il 12 marzo 2020 un atto di diffida che non ha avuto alcun seguito”.

La Regione: "Comune informato"

La Regione Campania ha sottolineato di aver “costantemente informato il Comune ricorrente anche dopo la diffida del 12 marzo 2020 delle iniziative intraprese e delle vicende legate al reperimento dei finanziamenti necessari alla realizzazione del progetto di raddoppio già esistente”. I giudici del Tar hanno considerato il ricorso inammissibile. “Il Comune - hanno scritto nella sentenza - non ha agito per ottenere l’adozione di uno specifico provvedimento amministrativo corrispondente ad un proprio interesse, anche rappresentativo di quello della collettività di riferimento, ma piuttosto allo scopo di sollecitare l’espletamento di una complessa attività finalizzata allo smaltimento delle acque meteoriche e urbane, che richiede lo svolgimento anche di un’attività materiale, oltre che giuridico-amministrativa, sia pure da compiere nell’interesse pubblico generale, e previo il reperimento di ingenti risorse finanziarie. Ne deriva che l’inerzia qui lamentata non può essere compulsata attraverso l’istituto del silenzio-inadempimento”.

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