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Attualità Marcianise

“L’ordinanza della vergogna”. Volontari contro il sindaco

Pronto il ricorso contro il divieto di dar da mangiare ai randagi

L’ordinanza del sindaco di Marcianise Antonello Velardi ha creato un vero e proprio vespaio di polemiche. La sua decisione di multare fino a 150 euro chi viene beccato a dar da mangiare ai cani randagi ha diviso la città. Contro l’atto ufficiale del primo cittadino nei prossimi giorni è stato già annunciato ricorso al Tar Campania da parte dell’associazione ‘Nati Liberi’ rappresentata dall’avvocato Alessandra Pratticò, che ha ottenuto il pieno sostegno anche dell’associazione dei volontari del rifugio “Fido amico mio” di Marcianise che non hanno mancato di ribattezzare l’atto del sindaco come “l’ordinanza della vergogna”. 

“Abbiamo letto a fondo l'ordinanza ed abbiamo cercato di metterci anche nei panni di un sindaco che riceve segnalazioni su segnalazioni su questi tanto "odiati cani randagi" - si legge in una nota - ma sinceramente non siamo riusciti a trovare motivazioni valide ed esaustive che giustifichino questa ordinanza. Sembra doveroso ricordare che attraverso la legge 281/91, l’articolo 1 stabilisce che lo Stato condanna gli atti di crudeltà contro gli animali, i maltrattamenti ed il loro abbandono, al fine di favorire la corretta convivenza tra uomo e animale. Gli animali, quindi, devono essere protetti e tutelati.  Riteniamo l'ordinanza del sindaco infondata, priva di senso e non finalizzata a cercare di affrontare in maniera seria la drammatica problematica del randagismo. Di fatto il sindaco secondo la legge dovrebbe essere colui che attraverso una politica programmatica dovrebbe affrontare in maniera seria e concreta il randagismo e non causarne la morte dei randagi. Ci saremo aspettati iniziative forti tendenti a promuovere piani di sterilizzazione per il controllo delle nascite ed il proliferare di nuovi randagi. Noi siamo contrari a questa iniziativa: siamo volontari che ogni santo giorno scendiamo in strada per tutelare e salvare queste povere anime. Noi volontari ci indebitiamo per pagare cliniche, per recuperarli, per toglierli dalla strada ed offrire loro migliori condizioni di vita. Saremo al fianco degli amministratori allorquando gli stessi si decidano di sedersi attorno ad un tavolo per discutere seriamente su come affrontare la battaglia di civiltà e non di inciviltà”.

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