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Violentata e ripresa in un video, l'indagine partita con la segnalazione della sorella allo sportello anti violenza

Di Crescenzo: “E’ venuta a Caserta, così sono partite le indagini. A Maddaloni, invece, non riusciamo ad aprire. Forse per colpa de miei precedenti. Ma per i voti non si fanno problemi”

E’ partita grazie ad una segnalazione allo sportello anti violenza ‘Calatia Rosa’ l’indagine che ha permesso di arrestare i tre aguzzìni di una ragazza di 22 anni di Maddaloni (con deficit cognitivi), segregata per 48 ore, violentata e ripresa mentre era costretta a subire abusi sessuali.

Una notizia che ha scosso la città di Maddaloni e che è venuta alla luce, come spiega Clemente Di Crescenzo, coach della Boxing Maddaloni ed ideatore dello sportello anti violenza di Caserta, “grazie alla sorella della vittima che si è rivolta alle nostre volontarie. Sono rammaricato per quel che è accaduto nella mia città - aggiunge - Grazie all'intervento delle forze dell’ordine questi delinquenti che si sono resi protagonisti di un reato abominevole, sono stati consegnati alla giustizia”.

Di Crescenzo, però, non manca di sottolineare “l’assenza dell’amministrazione comunale di Maddaloni e dei Servizi sociali su questi temi. Il progetto ‘Calatia rosa’ è molto apprezzato altrove dove sono stato premiato dalle amministrazioni comunali di Amorosi, Gioia Sannita, Benevento, San Lorenzello, Caserta. A Maddaloni, invece niente. Evidentemente i miei precedenti, che ho scontato con la giustizia, fanno arrossire i nostri amministratori comunali e la politica locale. Gli stessi soggetti - aggiunge - che, però, non si fanno problemi in campagna elettorale quando vengono a chiedere voti. Io ho sbagliato, sono caduto e mi sono rialzato. Dai miei errori cerco di indirizzare i giovani a non ripetere i miei stessi sbagli. Ma a Maddaloni c'è un finito perbenismo che isola persone come me che si sono costruiti con le proprie mani una seconda opportunità”.

Di Crescenzo sottolinea: “Con me ci sono tanti altri volontari, professionisti e persone note, come ad esempio l'influencer Maria Basilicata. Insieme cerchiamo di dare supporto a persone che non hanno una situazione familiare e/o sociale tranquilla. E sono queste le persone che devono essere maggiormente attenzionate e dovrebbe essere proprio questo il compito dei servizi sociali, ossia dare maggiore attenzione a questi soggetti, evidentemente più esposti a essere carnefici e vittime allo stesso tempo".

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