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Il questore Messineo saluta Caserta: "Territorio che merita di essere valorizzato di più"

Ultimo giorno nel Capoluogo prima dell'incarico in Vaticano: "Chi mi succederà avrà una macchina ben avviata. Porterò con me legame con città"

Quattordici mesi a Caserta. Il Questore Antonino Messineo oggi ha lasciato il suo ufficio alla guida della Questura del Capoluogo e da lunedì sarà a capo della dirigenza dell'Ispettorato di Polizia nello Stato Vaticano. Quattordici mesi intensi fatti di successi operativi - che con un numero di uomini e mezzi uguale o inferiore agli anni precedenti ha portato a dati raddoppiati o quadruplicati in termini di controllo del territorio - ma anche di legami umani e professionali. 

Questore Messineo oggi è il suo ultimo giorno a Caserta, cosa porta con sé di Questa esperienza casertana?

Porto con me le persone, i legami, l'approccio condiviso con i miei uomini, il dialogo con il cittadino, l'umanità ma anche le peculiarità di un territorio che è un gioiello che meriterebbe di essere valorizzato maggiormente.

Un nuovo incarico in Vaticano l'aspetta. 

È un premio diciamo così per aver lavorato tanto e spero bene nei miei lunghi anni nella Polizia di Stato. È un incarico prestigioso che mi porterà a stretto contatto con il Papa ed anche a muovermi lungo lo stivale e che cercherò di assolvere facendo del mio meglio. Per me è sì un premio ma guardo al prossimo obiettivo da raggiungere.

Sa già chi prenderà le sue redini come successore a capo della Questura di Caserta?

Non ancora ma sicuramente chi arriverà avrà nelle sue mani una macchina ben avviata. La Provincia di Caserta è molto attenzionata dal Capo della Polizia di Stato e chi giungerà non potrà che fare un buon lavoro. 

Cosa lascerà in eredità al suo successore?

Nella mia permanenza a Caserta ho cercato di dare una impronta molto forte, ho 'sfruttato' al massimo i miei collaboratori cercando di fare capire loro che ognuno indipendentemente dal grado poteva e doveva dare il suo contributo in un progetto da realizzare. Ho puntato molto sull'operatività ma anche sul dialogo in special modo con il cittadino. Volevo che il cittadino avesse la percezione che la Polizia di Stato ci fosse sul territorio, che varcato l'uscio della Questura c'era del personale qualificato pronto ad ascoltarlo ed aiutarlo.

Si sente soddisfatto dei risultati raggiunti in questa esperienza casertana?

Si. La mia più grande soddisfazione è stata quella di sapere che i miei uomini e donne anche in mia assenza hanno lavorato e lavorano come se io fossi presente. Quando si crea questo incastro perfetto allora vuol dire che l'insegnamento che io volevo dare è stato recepito e questo significa che il progetto finale è stato davvero condiviso.

Cosa pensa di aver lasciato di sé in questa esperienza nel Capoluogo?

Mi auguro di aver lasciato una metologia del lavoro dinamica, votata al sacrificio certo ma anche umana, dove si premia l'ascolto. Se non si 'ascolta' una città, un territorio, le sue dinamiche non si può dare alcuna risposta.

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