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Il quartiere abbandonato si ribella ai politici: "Stanchi delle promesse, non votiamo"

Marciapiedi dissestati, sottopasso chiuso, alberi pericolosi e discariche: viaggio nel degrado della zona Acquaviva. In Diocesi il tavolo per la riqualificazione dell'area tra PinQua e Superbonus

"Ci sentiamo abbandonati e siamo stanchi delle solite promesse delle istituzioni. Il prossimo 25 settembre non andremo a votare". E' questo il pensiero che alcuni residenti del rione Aquaviva, il popoloso quartiere alle spalle della stazione ferroviaria di Caserta che conta circa 20mila abitanti, esprimono a Casertanews

Il quartiere negato

Un quartiere che oggi più che mai sembra essere ancora più diviso dalla città Capoluogo da cui è separato da un passaggio a livello. Una separazione che è diventata fisica da qualche settimana, da quando, in seguito alle piogge che si sono abbattute su Caserta, il sottopasso pedonale che collega via Acquaviva con via De Martino è stato chiuso dai vigili del fuoco per motivi di sicurezza. Troppi i danni subiti dalle controsoffittature in cartongesso. Così diventa impossibile passare dall'altra parte se non passando sui binari ferroviari. 

Marciapiedi dissestati, verde abbandonato e discariche urbane

Una problematica che va ad aggiungersi alle altre che vivono quotidianamente i residenti. Dai marciapiedi dissestati in via Acquaviva agli alberi non potati che appaiono sempre più "pesanti" sotto il fogliame. "Questo ramo spezzato sul marciapiede sta lì da più di un mese", spiega Antonio Amato, residente in via Trento. "E' caduto durante i temporali e non è stato più rimosso". Poi "ci sono 15 caditoie otturate e ad ogni pioggia questa zona si allaga". Anche in via Bari c'è una grossa pozza d'acqua ma non dipende dal maltempo. "L'acqua dei rubinetti viene convogliata nei pozzetti e finisce in strada", spiega ancora Antonio. Sempre in via Trento un cestino per i rifiuti divelto è stato appoggiato ad un palo della luce e legato con il filo di ferro. 

Nella villetta tra via Acquaviva e via Trento, poi, c'è degrado. Le radici degli alberi hanno divelto la pavimentazione e otturano l'unico tombino presente. Inoltre, non ci sono discesine per i disabili per accedere al parchetto urbano. "La vede quella signora in carrozzina. Deve aiutarla la badante a salire e scendere per stare un po' qui al fresco. Anche le strisce pedonali sono cancellate". Pure la fontanina pubblica è chiusa. "Ho sostituito personalmente il rubinetto ma si è rotto di nuovo - chiarisce Maurizio Amato - Poi è venuta la ditta e invece di aggiustare ha chiuso la chiave d'arresto. Se una persona ha bisogno d'acqua o deve essere soccorsa come facciamo?", si domanda. 

E ancora. Sempre in via Trento ci sono rifiuti in strada, alcuni dei quali molto pericolosi per l'incolumità. "Ci sono lastre di vetro - racconta Anna Orlando - Lì vicino c'è la scuola media e i bambini passano lì accanto. Si spingono, camminano in gruppi. Cosa si aspetta a rimuoverle, che qualcuno si faccia male?". Rifiuti e caditoie otturate rappresentano un problema anche da un punto di vista sanitario: "Stiamo pieni di topi - dice ancora Anna - Non si fa una derattizzazione da tempo".

Il degrado nell'area tra via Acquaviva e via Trento

Di notte diventa il quartiere dello spaccio

Problematiche che di sera incidono anche sulla sicurezza. "Molti lampioni non funzionano - dice ancora Anna - La sera siamo al buio e oltre al pericolo di inciampare nelle buche e nelle mattonelle sconnesse dei marciapiedi c'è poca sicurezza". Negli anni, l'area del primo tratto di via Acquaviva è salita spesso alla ribalta delle cronache per essere una piazza di spaccio che ha allungato i propri interessi anche al cuore del Capoluogo. Una situazione che, nonostante le diverse operazioni di polizia degli ultimi anni, continuerebbe ancora, soprattutto nelle ore serali e notturne quando i pusher possono godere della copertura data dal buio per i propri affari illeciti.

"Siamo abbandonati. Non andremo a votare"

Le condizioni del quartiere ed i progetti di riqualificazione sono costantemente oggetto di discussione pubblica, soprattutto in periodo elettorale. I manifesti negli spazi destinati alla propaganda attorno alla villetta "negata" di via Avellino rappresentano platicamente lo scollamento della politica dalle reali esigenze delle comunità locali. "Ormai siamo delusi dalla politica e dalle istituzioni a tutti i livelli - spiegano ancora i residenti - In periodo elettorale vengono, ci ascoltano e ci spiegano i loro progetti ma poi dopo aver preso i voti non tornano più qui. Siamo stanchi delle promesse fatte dalla destra e dalla sinistra. Il 25 settembre pensiamo di non andare a votare. Non meritano il nostro voto". 

I PinQua e le preoccupazioni dei residenti

Nonostante tutto, qualche speranza residua ancora. Sono nate realtà sociali che stanno progettando un futuro diverso per questa zona. Un confronto che ha portato vero e proprio "masterplan dal basso", come lo definiscono da queste parti. 

Una nuova opportunità ci sarebbe dai fondi PinQua ma i circa 14,5 milioni per la qualità dell'abitare prevedono varie opere - tra cui un "parcheggio interrato" tra via Feudo San Martino e via Adige da circa 6 milioni - che sono considerate dai residenti "inutili" per migliorare la loro vivibilità quotidiana, o almeno "poco impattanti". Gli abitanti tra via Acquaviva e via Trento spingono per la riqualificazione dei cortili e delle palazzine popolari (per queste ultime un'opportunità arriverebbe dal superbonus ma l'iter è piuttosto complesso) ma il Comune dopo un'iniziale apertura starebbe ritardando ad inserire nelle progettualità la riqualificazione di quegli spazi.

Un ritardo che ha suscitato le preoccupazioni dei residenti. Il loro grido di dolore è stato accolto dalla Chiesa, con il Vescovo che ha convocato tutti gli attori coinvolti per istituire un tavolo istituzionale per la "Riqualificazione del quartiere Acquaviva", con la Diocesi a fare da garante di un processo "di una possibile rinascita fatta di segni visibili" che rispondano alle "speranze e alle attese poste nei cuori dei residenti".

Vertice in Diocesi per la zona Acquaviva

Nella giornata di lunedì 19 settembre c'è stata la prima riunione in Curia a cui hanno partecipato il vescovo Pietro Lagnese, con i sacerdoti don Antonello Giannotti e don Andrea Campanile - rispettivamente delle parrocchie Nostra Signora di Lourdes e Sant'Anna - Giammichele Marotta, direttore dell'Ufficio per i problemi Sociali della Diocesi, Elpidio Pota della fondazione 'Casa Fratelli Tutti', il consigliere comunale Massimiliano Palmiero quale delegato del sindaco Marino, il presidente di Acer Campania David Lebro (intervenuto telefonicamente) oltre a rappresentanti dei comitati civici come Città Viva e dei residenti del quartiere.

"E' stato un incontro molto positivo - spiega Vincenzo Fiano del comitato 'Città Viva' - Il Comune si è impegnato ad un sopralluogo ai cortili per procedere all'inserimento nelle progettualità della riqualificazione, con il passaggio delle disponibilità da Acer al Comune. Sopralluogo che dovrebbe esserci già in settimana. Noi, come comitato, abbiamo annunciato che nelle prossime ore verrà depositata una proposta per la gestione sociale dei beni comuni presenti nel quartiere. La nostra proposta parte proprio dai cortili e si estende a tutti gli altri spazi presenti che vanno messi in rete tra loro". Terza e non ultima questione affrontata quella relativa superbonus 110 con cui molti residenti sperano anche in una riqualificazione degli alloggi ed il cui iter resta complesso proprio per i differenti proprietari degli alloggi (alcuni sono di Acer mentre altri sono privati). In serata c'è stata un'assemblea dei residenti per aggiornare gli abitanti sull'esito della riunione e sulle future azioni in programma.    

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