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Migranti, progetto 'Sai' ancora fermo. Le associazioni: "Sia riattivato quanto prima"

Il servizio sospeso lo scorso febbraio per irregolarità nella gestione

La città di Caserta è stata per lunghi anni promotrice di buone prassi legate all’inclusione di rifugiati e richiedenti asilo, protagonisti di percorsi di accoglienza diffusa, inserimento lavorativo, animazione sociale, sportiva e culturale, gestione condivisa di beni comuni. Un ruolo importante anche in quanto capoluogo di una provincia che storicamente vede l’immigrazione collegata a fenomeni tutt’altro che positivi, come lo sfruttamento lavorativo e abitativo o la ghettizzazione in alcune aree ben specifiche.  

“Tanti dei migranti accolti negli anni scorsi qui attraverso i progetti di accoglienza sono oggi cittadini casertani, attivisti del territorio, abitanti dei vari quartieri della città. Assistiamo al dilagare drammatico di guerre e povertà che comportano la fuga di migliaia di esseri umani, verso i quali nel nostro Paese prevale molto spesso la logica dell’emergenza e dell’emarginazione. L’accoglienza nei progetti di accoglienza ‘Sai’ – “Sistema Accoglienza e Integrazione” gestiti dal Ministero dell’interno e dai Comuni – è l’unica forma di buona accoglienza presente in Italia: non i maxi centri straordinari che tutti sanno essere veri e propri ghetti, ma persone accolte in case diffuse nelle città, con assistenza legale, sanitaria, scolastica. Riteniamo perciò l’accoglienza di migranti e rifugiati una necessità sociale, istituzionale, umana. Oggi, però, la città di Caserta è orfana di questo progetto e non ha alcuna progettualità attiva per l’accoglienza di migranti adulti”. A parlare Comitato Citta Viva, Comitato Parco Aranci, Comitato Villa Giaquinto, Lab. Sociale Mille Piani, Lipu Caserta, Ya Basta, Associazione Melagrana, Centro Fernandes, Rfc Lions, Uisp Caserta, Compagnia della Città, Coop. Città Irene.

.”Lo scorso febbraio, il progetto di accoglienza Sai del Comune di Caserta è stato infatti sospeso dal Ministro dell’Interno per gravi irregolarità dovute ad una gestione non dignitosa nei confronti delle persone accolte. Unitamente alla sospensione del Progetto, il Ministero chiedeva al Comune di chiudere una nuova procedura di assegnazione del progetto entro il mese di agosto 2023. Il nuovo bando – spiegano le associazioni - è stato emanato solo alla fine di luglio, in tempi non utili a soddisfare l’indicazione ministeriale, ed è inoltre stato anche prorogato. A circa due mesi dalla scadenza del bando di gara, la città ancora non sa quando e come verrà attivato un nuovo progetto di accoglienza. Ci auguriamo, chiaramente nel rispetto di tutte le realtà che hanno formulato una proposta nonché della trasparenza e della correttezza dovute a questo tipo di procedure, che la città possa godere quanto prima di nuovo del servizio e dei benefici offerti dal progetto Sai”.

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