Dopo oltre 20 anni arrivano le fogne in via Cancello. “C’è anche una indagine aperta”
De Filippo svela: “C’è inchiesta in atto, speriamo che da vittime non diventeremo carnefici…”
“Nei prossimi giorni daremo inizio concreto ai lavori della fogna di via Cancello”. Il sindaco di Maddaloni Andrea De Filippo ha voluto presentare in conferenza stampa il piano che partirà a breve e che dovrebbe risolvere un problema che dura da oltre 20 anni e che ha provocato danni enormi, sopratutto durante il periodo invernale, a causa dei continui allagamenti della strada.
“Questa opera nasce nel 2018, quando, appena insediati, dovevamo recuperare un gravissimo ritardo causato dalla gestione commissariale che ci aveva preceduto” ha spiegato De Filippo. “Noi avevamo un accesso privilegiato ai finanziamenti quale ristoro della costruenda tratta ferroviaria Napoli-Bari, ma il commissario decise di non partecipare al bando. Il primo impegno fu quello di recuperare questo clamoroso ritardo che penalizzava la nostra città”.
Fondi stanziati da Rfi ed ammontanti, solo per Maddaloni, a circa 8 milioni di euro. “Abbiamo deciso di impegnare questa somma per risolvere un problema atavico come quello di via Cancello, che deve ricevere il giusto riconoscimento di recupero all’interno del tessuto urbano della nostra città” ha aggiunto. I lavori sono stati già appaltati e dovrebbero iniziare entro un mese da via Baldina (che sarà ampliata), per poi trasferirsi su via Cancello. Saranno create due vasche che dovranno “acquisire” tutta l’acqua piovana ed evitare gli allagamenti. I lavori dovranno essere terminati, secondo quanto stabilito dal contratto, in 441 giorni. Praticamente, poco più di un anno.
Ma questo non fermerà il lavoro di “moral suasion” e di battaglia giudiziaria che il Comune di Maddaloni ha intrapreso nei confronti della Regione Campania, per ottenere un risarcimento per il mancato raddoppio del collettore fognario. Ma su questo fronte, De Filippo annuncia un’altra novità importante, cioè il fatto che ci sia una indagine aperta sulla vicenda. “Noi dovremo far capire a tutti, compreso le autorità inquirenti che si stanno interessando di questo tema, che nel collettore ex Casmez noi non versiamo un litro d’acqua, noi siamo parte lesa. E le esondazioni non dipendono dallo stato più o meno decente dell’opera. Stiamo cercando di far comprendere che il problema non è né la manutenzione né le omissioni dell’Ente, ma il raddoppio del collettore di cui vi è bisogno". E chiosa: “Stiamo operando richieste di risarcimento danni (nei confronti della Regione, nda), perché ogni volta che ci sono problemi ci fanno causa. Ci sono anche delle indagini in corso e speriamo che facciano luce sulle eventualità responsabilità. Non vorrei che noi diventassimo da parte lesa in ipotetici carnefici in una situazione nella quale non c’entriamo assolutamente nulla”.