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Sabato, 20 Aprile 2024
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Procreazione assistita dopo separazione: "L'embrione ha diritto di nascere"

Il ginecologo Irollo interviene dopo la sentenza storica del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere

"Una coppia che si sottopone ad un trattamento di Pma (procreazione medicalmente assistita) desidera un figlio, lo progetta, non gli capita per caso". A dichiararlo è il ginecologo Alfonso Maria Irollo, presidente dell'associazione scientifica Pamegeiss e direttore clinico di alcuni centri di sterilità, intervenuto dopo la doppia ordinanza dei giudici del tribunale di Santa Maria Capua Vetere che hanno dato ragione ad una donna della provincia di Caserta che voleva sottoporsi ad un processo di procreazione assistita nonostante l'avvio del procedimento di separazione con il marito e l'opposizione di quest'ultimo.

"La sentenza del Tribunale di Santa Maria Capua a Vetere di garantire alla donna di poter far utilizzare gli embrioni creati con il coniuge e poi congelati è giustissima - afferma Alfonso Maria Irollo - Sedersi di fronte ad un medico e chiedere di essere aiutati a concepire un bambino, deve essere un atto responsabile dal quale deriva o può derivare la nascita di un essere umano che non ha chiesto di essere generato. Inoltre nel consenso che viene firmato dalla coppia, viene ampiamente spiegato che l'embrione ha il diritto di essere impiantato e di nascere. Quindi il fatto che come in questo caso, la coppia abbia deciso di divorziare, non cancella la decisione precedente di procreare. L'embrione ha tutto il diritto di vivere".

"Nel firmare un consenso alla Pma la coppia deve valutare anche questa possibilità (di divorzio) e quello che prevede la legge italiana e cioè che l'embrione ha gli stessi diritti di un bambino appena nato. Ritengo inoltre - conclude Irollo - che bisognerebbe riflettere anche sull'IVG (interruzione volontaria di gravidanza) dove è lasciato solo alla donna il diritto di decidere e non all'uomo. Personalmente ritengo che se non vi sia intesa nella coppia per la legge, dovrebbe essere tutelato sempre e comunque il nascituro".

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