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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Gli alberi abbattuti dal maltempo diventano un'opera d'arte alla Reggia | FOTO

Nel Bosco Vecchio l’alta torre realizzata da Sasha Vinci

Un simbolo dell’impegno collettivo nel Bosco Vecchio del Parco Reale della Reggia di Caserta. Ultimata l’installazione di “Piccola primavera dorata” di Sasha Vinci, realizzata nell’ambito della prima edizione del concorso "Creazione contemporanea e Museo Verde - Wooden Renaissance - A site-specific growth".

Il 23 ottobre scorso centinaia di persone, tra studenti, insegnanti e cittadini casertani, hanno percorso insieme le strade della città, da piazza Ruggiero fino alla Reggia di Caserta, portando con entusiasmo i solidi in legno ricavati dalle alberature del Parco Reale abbattute dal maltempo o malate e di altri materiali legnosi presenti a terra. L’opera site specific si presenta come un’alta torre, simbolo dell’Axis Mundi e dell’impegno collettivo, una struttura pensata come un micro-cosmo, pronto ad accogliere le diverse specie animali che abitano il Museo Verde, diventando così un rifugio, nido e riparo. I parallelepipedi che la compongono rappresentano simbolicamente sia l’identità di ciascun individuo, poiché creati dall’artista attraverso la misurazione dell’altezza, larghezza e profondità della testa dei partecipanti e sono quindi una rappresentazione fisica del volume del loro capo, sia la memoria degli alberi. 

Il punto di partenza fisico e concettuale dell’intero progetto è dunque l’albero. Non solo come materia naturale protagonista del Parco Reale, ma come entità simbolica. “Piccola primavera dorata” diventa un elogio alla rinascita, per tornare a vivere superando la crisi comunicativa, relazionale e sociale che si sta attraversando e una preziosa occasione per dare forma alla ricerca dell’artista, aprendo una riflessione su dei temi della sostenibilità ambientale e del riciclo.

Con “Piccola primavera dorata”, Sasha Vinci esprime e sintetizza la sua ricerca sul “Multinaturalismo”, dove le azioni umane e gli agenti naturali si mescolano e si confondono tra loro in maniera spontanea, creando delle nuove connessioni, senza giochi di forza o di prevaricazione. Il rumore della città, delle voci degli studenti e dei cittadini festosi che il giorno della performance hanno trasportato i solidi in legno a ritmo della marcia inedita composta dal musicista Vincent Migliorisi e suonata dalla “Banda Blondeau” e dalla “Banda Città di Caserta”, non si avvertono più.

Oggi l’installazione è silenziosa, parte integrante del Bosco Vecchio e risponde alle sue regole e ai suoi suoni. L’opera non è pensata per resistere al tempo, ma per essere assorbita dalla natura. Con il passare dei mesi l’Hedera Helix, piantata lungo il perimetro esterno della torre, crescerà fino a ricoprire la struttura in legno. Sarà una trasformazione lenta e graduale verso una totale mimesis con il paesaggio circostante, dove l’intervento umano sui solidi-identità sarà sempre meno evidente, fino a scomparire, assimilato al respiro della natura.

Hanno collaborato alla realizzazione del progetto, dalla performance all’installazione, il Comune di Caserta, aA29 Project Room, gli istituti scolastici di Caserta (I.C. Dante Alighieri, I.C. De Amicis - Giannone, Istituto Mattei e l’I.T.I.S. - Liceo Scientifico Giordani) e lo studio +ASUD architettura, arte, paesaggio, Claudio Calabritto e Linda Riccio architetti.​

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