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Precari in trincea per il Covid-19 scrivono al ministro: "Non siamo tutelati"

Gli oltre 700 professionisti della sanità riuniti nel MoPass lanciano il loro appello a Roberto Speranza

In trincea per l'emergenza coronavirus ma precari. Sono oltre 700 i professionisti della sanità campani (medici, infermieri, psicologi, farmacisti, biologi), riuniti sotto la siglia del MoPass (Movimento regionale dei Precari Atipici e Subordinati della Sanità), che dal 2014 lotta per i diritti alla stabilizzazione del personale medico, infermieristico e sanitario precario. Ed è proprio da loro che arriva un appello forte e intriso di quella passione, di quell'impegno che li spinge ogni giorno a salvare vite umane. Un appello diretto al ministro della Salute, Roberto Speranza, con una serie di proposte da inserire nel "famigerato" decreto aprile (slittato di fatto a maggio).

"Continuiamo a garantire i livelli essenziali di assistenza ed ora in piena emergenza coronavirus siamo stati chiamati e riconvertiti dalle aziende sanitarie ad affrontare questa gravosa circostanza sanitaria - sottolineano gli oltre 700 professionisti del MoPass nella missiva inviata al ministro Speranza - Nel corso di questi anni ci siamo interfacciati con il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, i sindacati regionali, ed abbiamo collaborato alla stesura delle linee guida della stabilizzazione in Regione per il triennio 2018-2020".

"Nei servizi ospedalieri e territoriali lavoriamo fianco a fianco con i colleghi dipendenti condividendo responsabilità, turni e carichi di lavoro senza le doverose protezioni e tutele in materia di sicurezza sul lavoro - aggiungono - In quanto a doveri siamo tutti uniti e tutti uguali, ma con una differenza: il rischio di contagio professionale per i precari non è tutelato da nessuna norma di legge. Possibile che un precario atipico debba salvaguardare la salute della collettività e qualora si ammali a causa del proprio contratto non abbia il diritto di assentarsi dal lavoro per curare la propria malattia? Oggi è tutto bloccato, eppure lo scorso 25 marzo a seguito della sottoscrizione del 'Protocollo Sicurezza e Prevenzione' firmato con i sindacati confederati Cgil, Cisl e Uil, si è compresa la necessità di dare un nuovo slancio alle procedure di stabilizzazione. Per rendere disponibile il maggior numero di medici è stata riconosciuta abilitante all’esercizio della professione la sola laurea senza l’espletamento dell’esame di Stato. Vengono reclutati specializzandi e richiamati in servizio medici in quiescenza, ma per il personale precario le procedure concorsuali interne sono ferme per tanti motivi".

"Chiediamo dunque di procedere alla stabilizzazione del personale precario atipico non subordinato in maniera diretta in egual modo al personale precario subordinato in tutti i casi ove le procedure fossero già avviate in quanto rientranti in quote assunzionali già previste ed economicamente autorizzate dalle Regioni - concludono - E' fondamentale inoltre il riconoscimento per i precari atipici dei cosiddetti scatti di anzianità. Ed infine chiediamo che per il personale precario subordinato ed atipico assunto con procedura concorsuale come da termini di legge, alla fine del terzo anno di proroga continuativa o non, sia prevista la conversione diretta del contratto rispettando l’anzianità contrattuale ove bisognasse rispettare le quote assunzionali dei piani del fabbisogno".

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