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"Nel comitato del Macrico attivisti legati alla chiesa. Pronto ad un confronto pubblico"

Il segretario del Pd getta ombre sull'iniziativa della petizione e risponde alle accuse dell'ex deputato Tanzarella: "Stanno facendo campagna elettorale da 30 anni su un bene privato"

Partirà domenica prossima 12 gennaio, con un gazebo in largo San Sebastiano dalle ore 10 alle 13, la raccolta firme per la petizione lanciata dal comitato Macrico Verde per chiedere l’imposizione del vincolo di inedificabilità nel polmone verde di Caserta e che ha visto il vescovo emerito Raffaele Nogaro quale primo firmatario.

Un’azione, quella avviata dal comitato, che non ha mancato di accendere la discussione politica, dopo la mossa del ministro dell’Ambiente Sergio Costa di appoggiare la petizione e le accuse lanciate dall’ex deputato Sergio Tanzarella nei confronti del Partito democratico.

“La conferenza stampa indetta dal comitato Macrico Vede ha degli aspetti sorprendenti e nello stesso tempo inquietanti” ha commentato il segretario del Partito democratico di Caserta Enrico Tresca, direttamene chiamato in causa dallo stesso Tanzarella "con toni e modi da inquirenti” sottolinea: “Tanzarella, che ha partecipato all’azione di governo della città fin dai tempi di Bulzoni ed ha avuto possibiltà di incidere concretamente da deputato fin dal 1994, ci chiede maliziosamente se vogliamo mantenere a verde l’area. Certo che lo vogliamo, e lo abbiamo detto per atti sia in questa che nella passata consiliatura. Ci spiegassero piuttosto i tanti del Comitato che hanno amministrato in varie istituzioni, cittadine e non, cosa hanno realizzato per sbloccare la questione perché non ce n’è traccia visibile, dopo 30 anni di campagne elettorali su un bene privato. Nel programma del 2016 abbiamo scritto che l’obiettivo parco pubblico sarà reso possibile solo dalla allocazione di funzioni pubbliche nel Macrico. E questo programma è stato premiato dal voto popolare. E ci sembra che una scuola pubblica vada esattamente in questa direzione, soprattutto dopo i ripetuti fallimenti di progetti globali sull’area. È interessante allora la coincidenza di un atto di giunta che progetta una scuola d’avanguardia nel Macrico e prevede il contestuale esproprio di una porzione pari al 2% dell’area, e la improvvisa e contemporanea riattivazione del comitato, in cui è peraltro ben rappresentato il movimentismo di alcuni gruppi legati alla chiesa, proprietaria del Macrico. Gli stessi gruppi che, solo per fare un esempio, sono rimasti silenti sia dopo i molteplici incendi susseguitisi dal 2016 al 2018 e la successiva diffida del Comune all’Istituto per provvedere alla manutenzione, e sia dopo la proposta dello scorso anno del sindaco Marino di impiegare a tale scopo il progetto SPRAR, proposta caduta peraltro inevasa”. 

Tresca non manca di sottolineare “l’interesse dei 5 Stelle testimoniato dalla presenza della senatrice Vilma Moronese e dalle parole del ministro Sergio Costa, a pochi mesi dalle regionali. Dopo quasi due anni di governo nazionale ci aspettiamo dal ministro Costa non un’indicazione urbanistica, che peraltro non gli compete, ma fatti che può contribuire a realizzare. Magari può promuovere una iniziativa per acquisire il Macrico al patrimonio dello Stato attraverso la realizzazione di un grande progetto di riqualificazione a valenza nazionale nell’ambito delle iniziative di Forestazione Urbana, che coinvolga la cittadinanza nella sua approvazione e garantisca un ristoro alla proprietà. Insomma, cambiamo lo schema acquiescente all’esistente, invalso negli ultimi decenni di dibattito cittadino. Si operi tutti per questo obiettivo di trasformazione del Macrico in Parco. Ma senza nascondersi dietro la foglia di fico della destinazione urbanistica, che è già prevista nel preliminare del PUC. Altrimenti rimarremo ancorati agli sterili esercizi di stile per altri trent’anni, per inseguire qualche voto in più. Se ci saranno le condizioni per grandi progetti ben vengano. Ma non rimarremo un minuto di più immobili davanti a quel muro. E soprattutto, non accettiamo di essere chiamati a correità per responsabilità non nostre da chi avrebbe avuto tempo e modo di operare nel Macrico per riqualificarlo e non l’ha fatto, preferendo parlarne solo. Quanto alle insinuazioni malevole e ai sospetti gratuiti li rimandiamo al mittente, disponibili a qualsiasi confronto pubblico in merito. Il resto sa dell’ennesima, bolsa iniziativa per conquistare una visibilità che non trova sostegno nel consenso popolare, ma che populisticamente addita cattivi di comodo, continuando a chiedere che tutto cambi perché nulla cambi”.

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