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Pacco sospetto a casa del sindaco: "Volete toccare la mia famiglia"

Il primo cittadino: "Non cambierà di una virgola il percorso e l’azione politica ed amministrativa che, con la mia squadra, sto portando avanti"

Un pacco sospetto è stato consegnato oggi (6 febbraio) a casa del sindaco di Cervino Giuseppe Vinciguerra.

E' stato lo stesso primo cittadino a denunciare l'accaduto: "Stamattina, a casa mia, è stato recapitato un pacco di cui preferisco, per pudore, omettere il contenuto. Ovvio che l’intento fosse di creare destabilizzazione e apprensione all’interno di una famiglia - in questo caso, la mia - forse solo per la carica che, orgogliosamente e dignitosamente, ricopro. Questo atto mi fa capire che c’è tanto da lavorare ancora, in termini culturali e di crescita sociale. Ciò che mi domando, al di là della sovraesposizione di un personaggio pubblico, è: cosa può far arrivare a tanto una persona? Ad ogni modo, attaccare gli affetti e i cari è atto ignobile e codardo. Voglio rassicurare il/i mittente/i, il pacco sì è arrivato, ma non cambierà di una virgola il percorso e l’azione politica ed amministrativa che, con la mia squadra, sto portando avanti. E, con la stessa determinazione, questa volta, per la prima volta, andrò fino in fondo, perché lo devo a me, alla mia famiglia e anche alla parte sana di questo nostro amato paese".

Vinciguerra ha sottolineato: "Credo e ho sempre creduto che la prima dote di un amministratore risieda nella 'maturità'. È necessario, infatti, avere la maturità di lavorare per i propri concittadini, ma, nel contempo, avere la capacità di ergersi al di sopra delle critiche, delle menzogne, delle calunnie e di tutte le macchinazioni fangose che si orchestrano, più o meno, su qualunque personaggio pubblico. Tutto questo con il senso del buon padre di famiglia, rivolto ad ognuno dei propri rappresentati, a prescindere dalla posizione di elettori, a favore o meno, perché questo è il preciso dovere di un amministratore ed è questo il mio dovere, da qui alla fine del mio mandato. Continuerò sempre a lavorare per il mio popolo, soprattutto per quella agognata pacificazione sociale che è mancata in questi ultimi anni, causando enormi danni e disagi. Niente, ma proprio niente, potrà distogliermi da questo obiettivo, che si tratti di calunnie, ingiurie, menzogne o palate di fango. Ho iniziato, con questa bellissima squadra di giovani, un percorso di ricostruzione del nostro piccolo Comune e continuo a credere che la strada intrapresa sia quella giusta, potendo risollevare, finalmente, la nostra Cervino. Pertanto, non mi fermerò e, benché giovane, credo di avere le spalle abbastanza larghe da poterne sopportare ancora tante. Tuttavia, non posso accettare o permettere a nessuno di giocare al massacro con la mia famiglia e, nello specifico, con mia moglie e mia figlia, attraverso atti vigliacchi e miserabili".

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