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Tensione all'Ordine degli Avvocati: Iaselli, Palmirani e Puoti a muso duro con la Sadutto

I dimissionari: "Accuse farneticanti contro di noi. Paradossale che le faccia chi non si è dimessa dalla carica di tesoriera neanche quando si è candidata alle Regionali"

“Prendiamo atto, con stupore e dispiacere, che, malgrado l'invito ad evitare polemiche personali, l'attuale tesoriera del Coa, Annamaria Sadutto, invece di impegnare il proprio tempo ad occuparsi delle sorti dell'ente che rappresenta, allo stato praticamente paralizzato, preferisce continuare, senza timore di suscitare ilarità, ad imperversare su social e testate on line con farneticanti accuse nei confronti di chi, lo scorso mese, preso atto dell'ostinazione della maggioranza a perseguire un'azione incapace di interpretare e fornire risposta al disagio della Classe, ha preferito abbandonare le prestigiose cariche rivestite, nella piena consapevolezza che non vi è alcuna garanzia di ricopertura delle stesse”. Lo affermano in una nota i consiglieri dimissionari dell’Ordine degli Avvocati di Santa Maria Capua Vetere Renato Iaselli, Renata Puoti e Mario Palmirani.

“Nella speranza di contribuire ad una ritrovata serenità della collega - continuano - le rammentiamo, come pure da lei appreso in altri generi di elezioni, che la candidatura, in ogni caso, non equivale ad elezione, per la quale è imprescindibile la volontà dei colleghi votanti. Conservare il posto al sole è, al contrario, una certezza. Tralasciando, pertanto, considerazioni di stile, ampiamente ignorate dall'avvocato Sadutto, ci limitiamo ad evidenziare che si è maggioranza se si hanno i numeri (e glielo auguriamo), in caso contrario, non resta che prenderne serenamente atto. Lamentando l'impossibilità di provvedere all'ordinario, la tesoriera dimentica, inoltre, che nell'ultima seduta consiliare svoltasi con la nostra presenza, sebbene espressamente sollecitato, lo stesso non era inserito all'ordine del giorno”.

I tre dimissionari, “ritenendo che l'Avvocatura sammaritana sia stanca di queste polemiche e che abbia di fronte problemi, necessità e temi più importanti sui quali confrontarsi” hanno preferito lasciare il posto nel Coa “per permettere a chi rimaneva di gestire come più ritenuto opportuno, assumendosene le responsabilità. Il tentativo di alzare l'ennesimo sterile polverone nella speranza di distogliere l'attenzione dalla grave situazione determinatasi in seno al Coa è davvero inaccettabile”.

E sulla ipotesi di logiche di potere dietro la scelta, i 3 sono netti: “Appare davvero paradossale che a muovere questa accusa sia chi, nonostante la crisi evidente in cui versa il Coa, continua a conservare la propria carica. Da chi, allorquando era candidato alle elezioni regionali, sebbene a tanto invitata da molti consiglieri, non ritenne opportuno sospendersi quantomeno dalla carica di Tesoriera, seguendo l'esempio di chi in passato aveva coscientemente operato questa scelta per proteggere il Coa da polemiche e accuse. Speriamo, laddove l'esperienza di Tesoriera della collega dovesse continuare, che lo stesso non avvenga per il futuro. O magari, a pensar male e volendo dar credito ai rumors relativi a prossime tornate elettorali, è proprio questo il problema? In ogni caso appare chiaro che spetti non a chi non siede più in Consiglio ma a chi ne fa ancora le veci, in qualità di direttivo, rispondere alle domande che interessano realmente alla classe. Cosa sarà di questo Coa? Come ha intenzione di superare questa impasse? Una soluzione potrebbe essere quella di rimettere in gioco le cariche di Presidente e Tesoriera, da sempre contestati dalla minoranza, e cercare di proseguire con la consiliatura con un nuovo equilibrio”.

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