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Ordine avvocati a rischio commissariamento, Sadutto: "Russo si dimetta"

La tesoriera pronta a fare un passo indietro ed a dialogare con l'opposizione per superare lo stallo attuale

Ordine degli avvocati di Santa Maria Capua Vetere paralizzato. Dopo le dimissioni del vicepresidente Renato Iaselli, del segretario Mario Palmirani e della consigliera Renata Puoti l'organo di rappresentanza forense è in una situazione di totale stallo che può portare anche al commissariamento. 

Il motivo della stasi è legato all'assenza, con il conseguente mancato raggiungimento del numero legale, dei consiglieri del movimento "Dignità Forense" - Gianmarco Carozza, Ottavio Pannone, Ugo Verrillo, Tiziana Ferrara, Marisa De Quattro, Emilia Borgia, Giuseppe Merola - e del consigliere della lista "Passione e Impegno Forense" Giuseppe Gallo alle sedute consiliari. I consiglieri d'opposizione accusano il presidente Adolfo Russo di "totale immobilismo" in quanto "non riesce a garantirsi nemmeno il numero legale". Insomma, un muro contro muro che non sta portando a nulla. Anzi, che rischia nel giro di qualche mese a staccare la spina all'organismo, con il commissariamento dell'ordine degli avvocati.  

A richiamare tutti alla responsabilità è la tesoriera Annamaria Sadutto che, in una lettera aperta al presidente Russo, ne ha chiesto le dimissioni. "Se il concreto obiettivo dei Consiglieri del gruppo Dignità forense e del consigliere indipendente della lista Passione ed Impegno Forense è l’effettivo funzionamento dell’Ente e la doglianza è la non condivisione del progetto politico dell'attuale Presidente, il Suo comportamento responsabile è la immediata ed effettiva rimessione della carica di Presidente (conservando invece la funzione di Consigliere dell’Ordine) per ottenere un concreto dialogo con la minoranza - si legge nella lettera indirizzata ad Adolfo Russo - Al fine di responsabilizzare e far comprendere ai Consiglieri di minoranza la necessità di rendere possibile l’immediato funzionamento dell’ente con la loro partecipazione alle sedute consiliari e alla gestione del Consiglio, unitamente alla rimessione della Sua carica di Presidente rimetterò anche la mia carica di Tesoriere. Tale responsabile gesto - che segna la fine di un percorso - nel contempo è il concreto segnale della volontà di una rifondazione del Consiglio affinché si possa ridiscutere con tutti i Consiglieri nessuno escluso - prima ancora delle cariche - della tempestività con cui vanno presi i provvedimenti, della etica e della trasparenza dei criteri per selezionare coloro cui vengono assegnate nomine e incarichi, della chiarezza delle proposte formulate, dei metodi da adottare per la risoluzione delle problematiche che attanagliano in questo momento la Avvocatura", conclude la consigliera e tesoriera del Coa. 

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