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Odissea al pronto soccorso: "In attesa senza risposte per oltre 5 ore. E' una vergogna"

La denuncia del consigliere comunale Donato Tenga: "Non si sa se si viene assistiti e quando, sono sconfortato. Situazione da terzo mondo"

Odissea pronto soccorso all'ospedale di Caserta. Pochi medici in servizio e tempi d'attesa che superano di gran lunga le 5 ore, con i pazienti ed i loro familiari lasciati in sala d'attesa in balia dell'incertezza. E' questa la testimonianza drammatica che arriva in queste ore dal nosocomio da parte del consigliere comunale del Capoluogo Donato Tenga.

Ieri, come raccontato da CasertaNews, due ragazzi - figli di Tenga e del consigliere d'opposizione Pasquale Napoletano - hanno subito un incidente stradale: a bordo di uno scooter sono finiti in una buca in via Feudo San Martino. "Quella di via Feudo San Martino è una situazione nota che più volte ho segnalato al sindaco ed all'assessore ai Lavori Pubblici ed anche ieri, dopo l'incidente, ho provveduto a segnalare - ha detto Tenga - Lavoro all'Università e spesso parcheggio l'auto in quella strada. Sono presenti vere e proprie voragini che sono impossibili da evitare". 

In seguito al sinistro, comunque, entrambi i ragazzi hanno riportato lesioni. Ad avere conseguenze peggiori il figlio di Tenga: "Stanotte aveva dolore ad un braccio ed una gamba che ora sono gonfi", conferma l'esponente di maggioranza. Così in mattinata Tenga ha deciso di accompagnare il ragazzo in ospedale dove è iniziata una vera e propria odissea. "Dall'accettazione avvenuta alle 11 - spiega - Siamo stati chiamati solo verso le 16,40. Come noi ci sono tante altre persone. Il medico di servizio all'accettazione ci ha detto che non è loro responsabilità ma che ci sono solo 2 medici di turno per un ospedale dove si riversano persone da tutta la provincia". 

Una situazione che, senza mezzi termini, viene definita "una vergogna" dal consigliere comunale. "Il punto drammatico è che davvero non sai se vieni assistito e soprattutto quando. Si perdono le speranze, sono sconfortato - prosegue - Sicuramente non è colpa dei medici ma sono sempre e solo i cittadini a pagare sulla loro pelle le carenze della sanità". 

Tenga rivela, infine, che "non c'è nemmeno una sedia per i familiari dei pazienti in attesa che sono costretti a restare in piedi. Roba da terzo mondo", conclude. 

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