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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Nuovo logo della Reggia, l'unica ditta campana non ha presentato neanche l'offerta

Nuovi particolari sull'affidamento che tanto sta facendo discutere. La società mantonava aveva già collaborato con una dirigente del Ministero che Lampis aveva portato a Caserta durante la 'reggenza'

"Mantova Connection". Potrebbe essere ribattezzato così, all'ombra della Reggia di Caserta, l'affidamento diretto, alla società mantovana ‘Sigla Comunicazione’, per la realizzazione della nuova identità visiva del plesso vanvitelliano, cioè quel cluster che annette una serie di servizi di comunicazione, dai pannelli informativi alle mappe e fino al nuovo, criticatissimo, monogramma "RC" che sarà, al netto delle rimostranze popolari, il nuovo logo.

La vicenda, come anticipato da Casertanews, risale al periodo di gestione ad interim di Antonio Lampis, nel periodo di vacatio tra il pensionamento di Mauro Felicori e l'insediamento di Tiziana Maffei. Fu Lampis a firmare, nel giugno 2019, la determina che affidava alla Sigla, per 37mila 500 euro, il compito della riorganizzazione "del racconto museale" ed in particolare della revisione degli "apparati didascalici e informativi nell'ambito dei vari spazi del Museo". Insomma, di revisionare la segnaletica (di logo non si parla mai, almeno negli atti pubblici).

Come si arriva alla Sigla? Attraverso un'indagine di mercato alla quale sono chiamate ad inviare un preventivo 3 ditte: Graffiti di Trento, Crop di Napoli e, appunto, la Sigla. Ma come mai la Reggia di Caserta si rivolge direttamente ad una ditta di Mantova? La risposta, forse, potrebbe trovarsi nel nome della storica dell'arte Renata Casarin, dirigente di seconda fascia del ministero, giunta a Caserta proprio per affiancare Lampis nelle sue mansioni di direttore ad interim. Prima del suo trasferimento a Roma, Casarin è stata vicedirettore del Palazzo Ducale di Mantova e qui ha curato diverse mostre ed eventi i cui progetti grafici sono stati spesso curati dalla Sigla. Insomma, ecco come potrebbe essersi arrivati a scegliere una società lombarda.

Infine, il logo. Non si sa come e quando la progettazione della nuova icona sia stata commissionata e da chi (come detto non faceva parte del bando iniziale). Resta il fatto che Caserta, finita nel monogramma attraverso il segno grafico "C", è stata messa ai cancelli del palazzo: cancellato il vecchio logo del casertano Alberto Grant, quello con la planimetria dall'alto della Reggia, e tagliata fuori dall'ideazione del nuovo simbolo, biglietto da visita di una città e delle sue prospettive di crescita.

Al riguardo una piccola considerazione a margine. Quando si parla di Reggia, le imprese casertane sono chiamate a profondere sforzi gratuitamente. Basti pensare all'investimento di Confindustria su piazza Carlo di Borbone o all'acquisto di sedie per la Cappella Palatina da parte degli "Amici della Reggia". Quando è la Reggia, invece, a poter generare indotto al suo esterno, invece, si preferiscono altri lidi, meglio se fuori dai confini della Campania. Da tenersi a mente per il futuro.

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