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Mobilitazione digitale per riaprire l'oratorio dei Salesiani

L'iniziativa del Comitato su Facebook: "La gioia dei ragazzi non può diventare un incubo"

Dietro le maglie della rete dei campetti di calcio non c’è più nessuno. È spento l’oratorio salesiano di Caserta. Spento da un'ordinanza giudiziaria che lo obbliga a installare dei pannelli fonoassorbenti estremamente costosi e impraticabili per i figli di don Bosco. Ma anche in conflitto con le norme urbanistiche della città.

Allora i casertani si sono costituiti in un Comitato civico per chiedere che l’oratorio della città, che accoglieva anche gli ultimi, quelli che non hanno nemmeno un oratorio, ritorni a vivere e pulsare. Martedì 30 marzo, ci sarà una mobilitazione digitale alle 19, sulle pagine facebook del Coordinamento civico per l’oratorio di Caserta (fb/coordinamentocivicoperloratoriosalesianodicaserta). Decine di interventi: live e registrati di oratoriani, giovani, ex allievi, personaggi famosi che sono nati sotto i portici all’incrocio di via Don Bosco e via Roma. Sulla pagina facebook è già pubblicata una testimonianza di Franco Marcelletti, uno dei più grandi allenatori di basket italiani, sul valore dell’oratorio. Mercoledì ci saranno altre mobilitazioni e segni simbolici. Il coordinamento seguirà la causa in tribunale, e nelle altre sedi, per tutto il tempo necessario.

La storia comincia qualche anno fa, con alcuni vicini che sono infastiditi prima dai campetti sportivi come dalla stessa gioia dei ragazzi, poi dall’ultima creatura dell’Istituto: una tensostruttura che fa da palazzetto sportivo coperto. Uno spazio che mancava, perché tutti gli altri erano allo scoperto. E sotto la pioggia non si può giocare. L’ultimo nato insieme con i campetti di calcio o di basket, a servizio dei ragazzi dell’oratorio e delle scuole.

"Non possiamo più attendere - spiega Mauro Giaquinto, portavoce del nuovo Coordinamento dei cittadini casertani che hanno a cuore l’oratorio - Accanto al “Comitato Amici di don Bosco” di sostegno all’Istituto, adesso i casertani hanno deciso di mettere in campo un coordinamento cittadino di tutti coloro che hanno a cuore l’oratorio. L’oratorio è della città e la gioia dei ragazzi non può diventare un incubo. Rispettiamo le necessità di tutti, ma l’oratorio c’è da sempre come le attività sportive. Faremo di tutto per far capire che non si limita l’attività dei giovani".

Le udienze si susseguono, le decisioni giudiziarie sembrano giocare a rimpiattino tra ricorsi cautelari urgenti e procedimenti ordinari. Il prossimo primo aprile è prevista una nuova seduta al Palazzo di giustizia. Poi, arriva la pandemia e precipita tutto. Da un lato in pratica le attività sportive sono ferme. Dall’altro l’oratorio sopravvive attraverso gli incontri on line, che sono un segno evidente della resilienza di oratoriani, laici e sacerdoti. "Una società è civile nella misura in cui è attenta alle fasce più deboli e i giovani sono una fascia debole all’interno della società - spiega don Antonio D’Angelo, direttore dell’Istituto Salesiano di Caserta - Un mondo che va protetto. Per loro bisogna inventarsi qualsiasi cosa, pur di offrire degli spazi per incontrarsi, per crescere in spiritualità, cultura e socializzazione. L’oratorio Salesiano di Caserta - conclude don Antonio - da cento anni e più offre questa opportunità ai giovani, purtroppo adesso, in questa lunga pandemia, stiamo vivendo un momento critico per una serie di cause che impediscono all’oratorio di restare aperto".

Forse la soluzione si potrebbe trovare semplicemente con un po’ di buona volontà. Abbandonando le carte bollate e sedendosi intorno a un tavolo per discutere. Alla fine basterebbe regolare gli orari dell’oratorio. La speranza dei casertani è che ci sia un giudice a Berlino. Pardon nei palazzi di giustizia campani.

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