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Martedì, 23 Aprile 2024
Attualità Santa Maria Capua Vetere

Clima infuocato all'ordine degli avvocati: "Potere nelle mani di pochi. Esclusi da ogni decisione"

Il gruppo di minoranza esce allo scoperto dopo la decisione del Cnf che ha disposto la ripetizione del voto. Palmirani non impugna il rigetto del ricorso: "Preferisco fermarmi e osservare"

Il gruppo di minoranza del Coa di Santa Maria Capua Vetere non ci sta alle parole durissime della presidente Angela Del Vecchio che, dopo l’annullamento della proclamazione degli eletti da parte del Cnf che ha accolto il ricorso dell’avvocato Antonio Miraglia riammettendolo alle elezioni che dunque andranno ripetute, ha parlato di “vittoria di Pirro” evidenziando i numeri del voto con il gruppo “Dignità Forense” che ha ottenuto “il 70% delle preferenze” e l'astensionismo della minoranza in questi mesi.

Barbato: "Non messi nelle condizioni di partecipare"

“In tre soli mesi di consiglio noi della minoranza abbiamo presenziato senza alcuna possibilità di collaborazione, senza potere considerare e prendere decisioni a garanzia dell’intera classe forense – spiega l’avvocato Patrizia Barbato - La nostra forte preoccupazione è stata quella di tutelare l’intera classe nel momento in cui si portavano in consiglio fatture di spesa e piani di spesa a cui non avevamo partecipato e dei quali non abbiamo avuto la possibilità di averne conoscenza. Impegni di spesa che hanno gravato sulle casse degli iscritti. Abbiamo chiesto di prendere visione dei contratti che generavano le fatture i cui pagamenti avremmo dovuto votare. Non ci è stata fornita alcuna documentazione, nonostante richiesta via pec e sollecitata più volte – prosegue - per i gratuiti patrocini abbiamo votato ogni volta esprimendo pareri favorevoli: erano a favore e a tutela della classe. Per le fatture del commercialista, contributo di 50.000 euro alla Fest, fatture cerimonia, compenso commissione elettorale ci siamo astenuti, chiedendo di visionare contratti oppure opponendoci per ovvie ragioni. Quali garanzie siamo riusciti a mettere in atto se, nonostante la nostra carica e nonostante un Presidente che avrebbe dovuto garantire tutti, ha svolto le attività esclusivamente con i suoi eletti. Noi non abbiamo mai rifiutato collaborazione e se qualcuno di noi l’ha chiesta la risposta è stata negativa motivata dalla circostanza che noi non avevamo espresso voto per il Presidente, una scelta obbligata considerata la pendenza dei ricorsi. Già, perché secondo la Presidente noi siamo e siamo stati la minoranza. Un Presidente avrebbe dovuto coinvolgere tutti i consiglieri, consentire a tutti di lavorare gratuitamente per la classe. Siamo colleghi, consiglieri tutti nell’esercizio di funzioni. Perché un atteggiamento così ostile?”.

Cafaro e Orlando: "Sempre opposte a scelte economiche scellerate"

Non ci stanno nemmeno le consigliere Maria Celeste Cafaro e Maria Orlando che commentano le esternazioni della presidente Del Vecchio. “Sono state fatte affermazioni gravissime verso noi avvocati – fanno sapere – Non ci siamo mai astenute in Consiglio. Anzi. Ci siamo opposte con forza a scelte economiche scellerate come quella delle medagliette da 18mila euro per la festa dei senatori dell’ordine. Il Consiglio – denunciano – è concentrato nelle mani di un potere oligarchico che non consente la partecipazione. Non abbiamo mai ricevuto gli atti e addirittura ci è stato impedito l’ingresso all’Ordine. Del Vecchio e la sua ‘maggioranza’ ha calpestato i diritti degli avvocati non appartenenti alla sua coalizione, considerandoli indegna minoranza e privando loro ogni diritto di fattiva partecipazione, finanche alla disponibilità a fare attività di ‘sportello’. Ci è stato negato l’accesso agli atti, negata la pubblicità dei verbali, negata la formazione agli avvocati non appartenenti alla cosiddetta maggioranza. In questi mesi c’è stata la regola con me o contro di me, negando anche l’inserimento negli ordini del giorno del consiglio di iniziative in favore della classe”, concludono.

Nuove elezioni senza Palmirani

Intanto, se Miraglia è stato riammesso nell’elenco dei candidati non può dirsi lo stesso per Mario Palmirani il cui ricorso dinanzi al Cnf è stato respinto. E’ lo stesso avvocato Palmirani a renderlo noto. “Sebbene non ne condivida la decisione ho deciso di non impugnarla – fa sapere - E questo per un motivo preciso. Ho sempre partecipato attivamente al mondo della rappresentanza forense, poiché animato dalla volontà di portare il mio contributo alla risoluzione delle innumerevoli problematiche che ho riscontrato sin dai primi passi mossi in questo mondo. L'entusiasmo di pensare che le cose potessero cambiare non mi ha mai abbandonato. Oggi, però, considerato il clima determinatosi, in cui più che sana competizione tra colleghi si promuovono vere e proprie battaglie, in cui non si risparmiano colpi bassi, il tutto a solo danno dell'immagine di questa professione, ho deciso che sia più opportuno fermarmi ad osservare. Resterà quindi ferma la decisione adottata dai colleghi del Cnf.  E questo anche perché non voglio che, ancora una volta, debba essere la magistratura a decidere su questioni riguardanti il nostro foro. Ritengo fondamentale, al netto di ogni disamina giuridica, che siano stati stabiliti dei principi e dei limiti che, per quanto discutibili, spero ispireranno anche le prossime decisioni del massimo organo dell'Avvocatura. Non importa che questa decisione sia, apparentemente, contro o a mio favore. Ha fissato dei limiti che non potranno, in futuro, essere travalicati, men che meno da quelli che (sebbene oggi tristemente soccombenti) se ne dovessero beare. È arrivato, insomma, per me il momento di stare ad osservare la situazione (non certo entusiasmante) nella quale è arrivato il mondo della rappresentanza forense, senza smettere di partecipare, sia pur esternamente, ad una sua effettiva auspicabile rinascita. Dover assistere alla ripetizione del voto per l'illegittima esclusione di un collega dalla competizione elettorale (con spreco di decine di migliaia di euro di tutti noi avvocati), al di là di ogni ulteriore valutazione, credo rappresenti per l'avvocatura sammaritana un punto talmente basso, dal quale, sono certo, sarà possibile solo risalire. La pazienza e la passione ce lo permetteranno”.

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