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Mensa, il Comune non caccia un euro: mamme in rivolta

Caos per l'aumento del ticket pasto per i bambini. Il sindaco: "Casse in rosso, impossibile coprire i costi"

Duecentomila euro costerà la refezione scolastica del Comune di Orta di Atella e tutti i soldi saranno a carico della cittadinanza. Non ci sarà alcuna compartecipazione dell’Ente guidato dal sindaco Andrea Villano: questo ha portato ad un aumento improvviso dei ticket della mensa scolastica, da 1,50 euro per tutti a 1,50 per i redditi minimi fino a 4,50 euro per quelli più alti.

La protesta dei genitori si è spostata anche in Municipio, nella sala consiliare, dove il primo cittadino si è lasciato andare ad una frase che ha fatto in fretta il giro del paese: “Orta di Atella non è più il paese dove non si pagano i servizi, oggi chi vuole i servizi deve pagare altrimenti non può stare in questa città”. Per i genitori degli alunni non è stato “predisposto nulla per fronteggiare il dilagante disagio sociale ed economico presente sul nostro territorio né tantomeno sono state poste in essere iniziative per reperire le risorse necessarie, al fine di minimizzare i gravosi costi a carico degli esigui bilanci familiari”.

Basti ricordare quando a inizio anno il ticket mensa passò a 3 euro per poi ritornare a 1,50 euro a fronte di un costo di oltre 2,52 + iva euro a pasto, determinando, in tal modo, uno squilibrio nel bilancio. Ad Orta di Atella, il servizio di refezione scolastica sta diventando, ormai, un lusso che le famiglie meno abbienti non possono più permettersi. Anche l’opposizione è passata all’attacco con Città Visibile che sottolinea come “solo una fascia pagherà al di sotto del costo reale del pasto, pochi uguale e la stragrande maggioranza al di sopra del costo fino a più di una volta e mezza. Fortunatamente grazie a Città Visibile è stata inserita una riduzione per il secondo figlio che usufruisce contemporaneamente del servizio, altrimenti per alcune famiglie il salasso sarebbe stato esorbitante”.

Non si è fatta attendere la replica del sindaco che ha subito ricordato come abbia ereditato, circa un anno fa, “una situazione finanziaria davvero drammatica con una procedura di dissesto in corso, con oltre 6 milioni di euro di nuovi debiti fuori dissesto e con una quantità di rate mutui da pagare insostenibile. Ho deciso insieme alla mia maggioranza di guardare con realtà e coraggio al problema ed in sede di approvazione del bilancio di previsione abbiamo detto chiaramente ai cittadini che bisognava invertire la rotta perché un altro dissesto sarebbe un dramma per tutti noi. Seguendo la indicazione dei Commissari Prefettizi nella programmazione 2018-2020 abbiamo preso atto della impossibilità di coprire i costi dei servizi a domanda individuale e abbiamo scelto di suddividere per fasce di reddito il pagamento del servizio di mensa scolastica. Sapevo perfettamente che questo avrebbe provocato polemiche e strumentalizzazioni da parte di tanti, ma quello che non accetto sono gli atteggiamenti offensivi e l’utilizzo di frasi che non ho mai pronunciato io e mai lo farebbe chiunque della mia maggioranza. Mai penserei di dire che chiunque debba andar via da Orta di Atella. Quello che ho detto invece è che Orta di Atella ha bisogno di riscrivere la sua storia e di cittadini consapevoli che nulla è più come prima. Le regole vanno rispettate da tutti per permettere a questa Comunità di superare le emergenze nel giro di qualche anno. Al 31 dicembre finirà la procedura di dissesto e dal prossimo anno avremo meno vincoli e riusciremo ad essere ancora più vicini alle famiglie Ortesi, anche sui servizi a domanda individuale”.

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