Albero crolla in strada: dopo 2 anni il marciapiede è ancora un disastro

Quasi due anni. Questo il tempo trascorso da quando, a fine del 2021, un albero crollò in via Ferrarecce a Caserta. Da quel giorno, dopo l'intervento d'urgenza per la rimozione del fusto, la situazione è rimasta immutata con le radici dell'albero ancora presenti in strada e un marciapiede disastrato, sollevato nella porzione destinata ai pedoni e con il battistrada sconnesso. Una situazione che i cittadini hanno portato all'attenzione del consigliere comunale Maurizio Del Rosso che ha presentato nelle scorse ore una mozione sul degrado in cui versa via Ferrarecce.

“Noi rappresentanti istituzionali - premette il consigliere comunale - siamo soprattutto i portavoce dei cittadini che contano su di noi per portare in consiglio importanti istanze che riguardano i problemi della città. Mi è da poco giunta una segnalazione diretta personalmente alla mia attenzione nella quale un cittadino mi illustrava le difficili condizioni di via Ferrarecce, importante arteria della nostra città. A fine 2021 - prosegue - a causa di forte pioggia e vento, oltre che ad una pessima manutenzione, un albero cadde su di un’auto all’altezza del civico 126, in prossimità di un noto supermercato. Una volta messa in sicurezza la strada, non si è mai proceduto però all’eliminazione delle radici ed al rifacimento del marciapiede, nonostante insista un supermercato a pochi metri. La pericolosità del marciapiede è evidente".

Del Rosso evidenzia, inoltre, che sempre in via Ferrarecce, all’altezza dei passaggi a livello, "insistono dei vecchi fabbricati, di proprietà forse di Ferrovie dello Stato. In particolare al civico 6 è presente un deposito a cielo aperto di materiali ingombranti, e più avanti vi è una specie di torretta malandata, che può cedere da un momento all'altro. Abbiamo ritenuto importante invitare questa Amministrazione ad avviare ogni azione utile per convincere i proprietari dei manufatti al loro abbattimento, considerato che gli stessi sono abbandonati da anni e la loro demolizione darebbe respiro in termini di vivibilità e quindi dignità alla zona”, conclude.