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Licenziato per vendetta, azienda deve riassumerlo e pagargli gli arretrati

I giudici dichiarano il licenziamento ritorsivo ed accolgono il ricorso del lavoratore

Licenziato per vendetta. Il giudice lo reintegra e condanna il datore di lavoro a pagargli gli arretrati e ricostruire la situazione contributiva. Questa la decisione del giudice della sezione Lavoro del tribunale di Santa Maria Capua Vetere che ha accolto il ricorso del lavoratore.  

C.D. aveva chiamato in giudizio tre società, della provincia di Caserta, adducendo che la continuità aziendale tra esse, tutte sue datrici di lavoro, comportava che l'intero credito pregresso a suo favore era in capo all'ultima in ordine di tempo.

Tale società ha, successivamente alla comunicazione del ricorso, licenziato C.D. perché l'azione legale dello stesso avrebbe causato la rottura del vincolo fiduciario. Il lavoratore, difeso dall'avvocato Domenico Carozza, ha impugnato il licenziamento perché ritorsivo. Il giudice del lavoro presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha accolto la tesi dell'avvocato Carozza ed ha dichiarato nullo il licenziamento e condannato la società a pagare tutte le retribuzioni dal recesso sino alla effettiva reintegra, nonché alla ricostruzione contributiva.

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