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"Licenziato per denunce su malaffare alla Sma. Ora gli arresti mentre io vivo con il reddito"

Il racconto di Cristian Franchi a Casertanews: "Mi hanno cacciato perché ero scomodo con un provvedimento firmato da un direttore senza titoli"

"Licenziato per aver denunciato il malaffare alla Sma. Ci sono stati gli arresti mentre io sono costretto a vivere con il reddito di cittadinanza". E' il racconto di Cristian Franchi, ex dipendente dell'ufficio Verifiche e Controllo della società in house della Regione Campania, residente a Casagiove e noto nel Capoluogo per essere l'organizzatore della "Notte Rosa".

Alla fine di febbraio, la Sma Campania è stata travolta da un nuovo terremoto con 5 arresti in seguito ad un'inchiesta della Procura di Napoli tra cui l'ex consigliere regionale Luciano Passariello, il dirigente Cosimo Silvestro ed Alessandro Soria. Le accuse sono gravi e articolate. A vario titolo: "corruzione, induzione indebita a dare o promettere utilità, turbata libertà degli incanti e del procedimento di scelta del contraente in pubblici appalti, finanziamento illecito dei partiti". 

Una storia che Franchi dice di conoscere bene al punto da dichiarare a Casertanews: "mi hanno voluto fare fuori perché ero scomodo". Il provvedimento di licenziamento è arrivato nell'ottobre del 2018 ma c'è un precedente di due anni prima alla sede Sma di viale Ellittico. "Mi dissero di provvedere ai posti auto - spiega - Ed ebbi un alterco con il mio dirigente. Arrivammo a muso duro e lo spinsi per divincolarmi. Lui cadde a terra e si fece refertare ferite". Su tali circostanze è ancora in corso un procedimento dinanzi al giudice di pace di Caserta. 

Dopo 10 giorni di sospensione - "che non ho impugnato ma per i quali feci solo una richiesta di chiarimenti" - ed un mese trascorso alla sede dell'ex Ciapi a Marcianise, Franchi tornò alla sede di viale Ellittico. "Venni reintegrato a Caserta". A settembre 2018, però, l'ex dipendente venne trasferito: "mi hanno mandato all'impianto di Gianturco". Un provvedimento che venne giudicato un "castigo" contro il quale protestò veementemente salendo sul tetto dell'azienda. E qui girò un video, girato ad un amico che lo diffuse in rete e che diventò virale. "E' uno schifo, è un'associazione a delinquere e va avanti ancora, danno anche i finanziamenti per questa associazione a delinquere, poi fanno i provvedimenti a livello di castigo, guarda che sono costretto a fare dopo dieci anni di lavoro, dopo dieci anni ancora a far queste stronzate, per colpa loro perché è una associazione per delinquere", diceva Franchi nella clip.

"L'ho solo girato ad un amico non potevo sapere che sarebbe finito in rete", spiega ancora Franchi. Comunque, le frasi riportate avrebbero offeso l'immagine dell'azienda, violando "il diritto di fedeltà" previsto dalla legge. Di questo avviso anche il giudice del Lavoro di Napoli che ha respinto il ricorso di Franchi confermando il licenziamento: "mi si contestava anche la recidiva per il precedente episodio su cui è ancora in corso una causa". Inoltre "sono stato licenziato con un provvedimento firmato da un direttore generale che non aveva i requisiti per svolgere quell'incarico".

Ma le denunce di Franchi restano, e sono finite nelle inchieste giornalistiche e giudiziarie fino all'ultima sfociata nei provvedimenti cautelari. "Quando mi licenziarono dissi che sarebbero andati in galera per quello che facevano lì dentro - racconta - Così è stato. Una magra consolazione visto che mi hanno buttato in mezzo ad una strada costringendomi a vivere con il reddito di cittadinanza", conclude. 

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