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Il prof aggredito: "Istanti terribili. Se avesse avuto un'arma..."

Umberto Gelvi a CasertaNews: "Provo tanta rabbia. Ma tornerò a scuola. I miei studenti mi hanno chiamato e dimostrato tanto affetto"

“Tornerò a scuola se verrò chiamato, è stato solo un episodio negativo al termine di un anno pieno di belle esperienze”. Non si è fatto scoraggiare dall’aggressione subita nell’istituto “Di vittorio – Lattanzio” di Roma Umberto Gelvi, il giovane docente 23enne di Aversa protagonista delle cronache nazionali in seguito all’ennesima aggressione subita dai professori nelle scuole italiane.

Il docente casertano, al primo anno di insegnamento e con un contratto in scadenza, si è visto rifilare un pugno al volto dal padre di uno studente bocciato. A raccontare l’episodio, intervistato da Casertanews, è lo stesso Umberto: “Al termine degli scrutini una collega mi ha chiesto di farle compagnia per la consegna delle pagelle ai non ammessi, perché alcuni genitori si erano già mostrati aggressivi al telefono”. Padre e madre dello studente 15enne bocciato giungono a scuola già alterati, come spiega il giovane professore: “La madre del ragazzo ha rifiutato di firmare la pagella, minacciando la mia collega. Per questo ho invitato ad intervenire il dirigente scolastico, che ci ha raggiunti nell’atrio. Il padre dello studente ha iniziato quindi ad insultare e minacciare i presenti, ho cercato di riportare la calma ma nel frattempo abbiamo chiamato la polizia”.

In attesa dell’arrivo degli agenti, il padre ha però definitivamente perso le staffe: “Il signore si stava per scaraventare contro il preside, mi sono intromesso tra i due e mi sono preso un pugno in faccia. Il padre del ragazzo ha scatenato la sua ira nei miei riguardi, afferrandomi al collo per strozzarmi, dandomi calci e pugni, il tutto in pochi secondi”. Per fortuna i colleghi di Umberto sono intervenuti e hanno fermato l’aggressione.

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Il 23enne di Aversa, che nell’istituto romano insegna disegno tecnico, sporgerà presto denuncia per l’aggressione subita: “Ad oggi non ho ancora avuto modo di farlo, ma è un impegno che prenderò assieme all’istituto in cui insegno”. Di certo Umberto non ha alcuna intenzione di fare marcia indietro e rinunciare a quella che è una ‘tradizione familiare’: “Mia madre è professoressa, mia sorella è professoressa universitaria. L’ambiente familiare mi ha trasmesso la passione per tutto questo. Il ruolo del docente è quello di formare nuovi cittadini, trasmettere passione e conoscenza”.

Di certo Umberto non si è sentito solo in questi giorni, tante le manifestazioni di affetto e vicinanza nei suoi confronti: “I miei studenti mi hanno espresso solidarietà, così come le loro famiglie. Ma ho ricevuto tanti messaggi di incoraggiamento e vicinanza anche dai colleghi di tutta Italia”. Quando ripensa all’aggressione subita dal genitore del ragazzo, Umberto ancora non sa se potrà perdonarlo: “Non provo rancore per quanto successo, però mi fa rabbia. Se avesse avuto un’arma, o un coltello, sarebbe avvenuta una tragedia”. Intanto del suo caso si è interessata anche la trasmissione Rai ‘La vita in diretta’, che ha invitato Umberto nei suoi studi per discutere di quanto accaduto nella scuola.

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