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Allarme diossina: terreni contaminati dopo l'incendio alla Lea

I rilievi dell'Arpac sui fondi: concentrazione di inquinanti 54 volte superiore alla norma

Una bomba ecologica. Così era stato definito dal sindaco di Marcianise Antonello Velardi l'incendio alla Lea dello scorso 26 ottobre. Ed a guardare i dati Arpac sulla contaminazione da diossina dei terreni c'è da preoccuparsi sul serio per il livello della concentrazione di sostanze inquinanti, con picchi anche di 54 volte più grandi rispetto alla soglia d'allarme. 

È quanto ha reso noto la stessa agenzia regionale nella sua relazione, resa pubblica il 19 dicembre, dopo i prelievi effettuati lo scorso 9 novembre in due terreni, in via Arena, ubicati rispettivamente a 1400 e 1700 metri dall'incendio nell'azienda. 

"Il primo campione - si legge nella relazione dell'Arpac - analizzato dal Laboratorio regionale diossine, mostra il superamento, sia per il parametro "Sommatoria PCDD/PCDF (diossine e furani)" che per il parametro "Sommatoria PCB (policlorobifenili) - congeneri totali" dei limiti di concentrazione per i siti a uso verde pubblico, privato e residenziali".

Nel dettaglio del primo rilievo la sommatoria di diossine e furani mostra un livello di concentrazione di oltre 54 volte superiore rispetto al livello soglia, mentre per quanto concerne i policlorobifebili il superamento è di 23 volte superiore. 

Per il secondo rilievo, quello a maggiore distanza dal sito dove si è verificato l'incendio, i valori per la sommatoria di diossine e furani sono di 3,7 volte superiori alla norma mentre i policlorobifebili sono nei limiti.

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