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Impianto rifiuti nell'ex Pozzi, sindacato e Spazio Cales contro l'ampliamento

La società Calenia Energia ha comunicato al ministro Costa la volontà di installare un ulteriore gruppo di generazione a ciclo combinato

La società Calenia Energia ha chiesto un ampliamento dell'impianto di Sparanise. Lo scorso luglio la multinazionale ha comunicato al Ministero dell'Ambiente la volontà di installare nello stabilimento casertano un ulteriore gruppo di generazione a ciclo combinato. "Una pessima notizia per un'area industriale con croniche carenze infrastrutturali, che attende da anni una bonifica profonda e che, dunque, tra ritardi e mala gestione offre sempre meno prospettive sul fronte occupazionale mentre si continua a parlare solo di centrali e rifiuti", così Teo Lepore dell'Unione sindacale di Base (USB) di Caserta.

"Pensare che la ex Pozzi - prosegue il sindacalista - era nata con i soldi della Cassa del Mezzogiorno proprio con l'idea di dare sviluppo e benessere ad una zona fino ad allora a prevalente vocazione agricola". Un sogno che si è trasformato in incubo quando gli impianti produttivi sono stati prima chiusi e poi smembrati, lasciando l'eredità di veleni industriali che oggi giacciono nel sottosuolo in attesa di una soluzione che non arriva. "Oggi siamo in una situazione disastrosa, con politiche che si dimostrano inadeguate: mentre si discute ovunque di riconversione verde, qui si autorizzano centrali turbogas con progetti vecchi di dieci anni come quello di Edison nelle campagne dell'alto casertano. Ora anche Calenia chiede un ampliamento, speriamo che il ministro Sergio Costa si esprima nel senso di bocciare questa richiesta".

L'Usb non ha dubbi: "Come organizzazione sindacale pensiamo che sia necessaria una netta inversione di tendenza nelle politiche regionali e nazionali, che la bonifica della ex Pozzi possa e debba diventare la prima occasione per dare lavoro a un territorio che si sta spopolando e che una riconversione dell'area sia una prospettiva assai più convincente della sua trasformazione progressiva in una sorta di cittadella privata dei rifiuti. Il fallimento delle politiche regionali in questo ambito sta di fatto favorendo il proliferare di impianti privati in un meccanismo perverso che mortifica i territori, inquina e devasta l'ambiente e non produce alcun beneficio se non per i soliti affaristi. La richiesta di ampliamento della Calenia è l'esatto contrario di quello di cui il territorio ha bisogno", concludono dal sindacato.

A fargli eco è l'associazione Spazio Cales: "Come collettivi che da anni si oppongono alla gestione criminogena e predatoria della questione industriale e della gestione dei rifiuti in provincia di Caserta e in tutta la regione, non possiamo che affermare ancora una volta i danni che in questi anni il gruppo dirigente di Calenia ha perpetrato sui nostri territori - sottolinea in una nota l'associazione - Ma il desaparecidos ministro Sergio Costa, i suoi accoliti casertani, il nuovo presidente della commissione Ambiente in Regione Campania Giovanni Zannini, per dirne alcuni, che cosa pensano di un'azienda adiacente a una zona Asi divisa a metà, con una parte dedicata alla stagnazione dei rifiuti industriali intombati sotto l'ex Pozzi e ben lontani dall'essere bonificati, e dall'altro saccheggiata dagli accattoni della monnezza? A pensare che il gruppo Edison a Presenzano, cioè a pochissimi chilometri da Sparanise, vuole costruire la centrale gemella, si capisce come la provincia di Caserta sia diventata ormai il deserto più ambito per gli agenti della spoliazione, della contaminazione, della speculazione. La richiesta di ampliamento della Calenia è l'esatto contrario di quello di cui il territorio ha bisogno. Fermiamo la devastazione, mandiamo in lockdown gli inquinatori!"

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