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Impianto di rifiuti, sentenza dopo 4 anni: il Consiglio di Stato 'stoppa' il progetto

La soddisfazione della maggioranza: "Continueremo a combattere per la nostra città"

Le vertenze ambientali continuano ad animare anche i procedimenti amministrativi dell’agro caleno. Come accaduto in passato, Sparanise si trova ancora una volta a dover affrontare il rischio della realizzazione di un nuovo impianto di rifiuti nella zona industriale. Dopo quattro anni di procedimenti amministrativi, caratterizzati da valutazioni di impatto ambientale e da posizioni contrastanti tra il Comune di Sparanise e la società Garden S.r.l. e la Regione Campania, il Consiglio di Stato ha accolto la richiesta del Comune revocando l’autorizzazione alla società.

I fatti risalgono all’aprile del 2018, quando la Garden S.r.l. avanzò una richiesta alla U.O.D. - Autorizzazioni Ambientali della Regione Campania - per la realizzazione e la gestione di un impianto di rifiuti di 45mila tonnellate proprio nella zona Asi, situata lungo la via Appia. L’autorizzazione fu inizialmente concessa dalla Regione Campania, ma poco dopo venne impugnata dal sindaco Salvatore Martiello sia davanti al Consorzio dell’Area di Sviluppo Industriale che al Tar della Campania. Per il primo cittadino erano infatti evidenti le difformità del progetto rispetto alle "Linee Guida per gli impianti di compostaggio".

L’archiviazione definitiva è però arrivata solo nelle scorse ore, quando il Consiglio di Stato si è pronunciato dando ragione alla linea di Martiello. Si chiude così la lunga querelle tra Comune di Sparanise e Garden S.r.l. "Questa amministrazione – spiega in una nota il gruppo di maggioranza Sparanise in Movimento - continuerà a battersi, correttamente, per la propria città e, oggi, siamo orgogliosi di annunciare che abbiamo sventato un impianto di trattamento di rifiuti di 45.000 tonnellate nella zona Asi".

D’altronde negli ultimi anni il triangolo Sparanise-Calvi-Pignataro è stato spesso individuato come habitat nel quale installare impianti di rifiuti. Lo scorso anno la Regione ha bocciato il progetto di Alekos per la realizzazione di un impianto di 73mila tonnellate di rifiuti nell’area ex Pozzi, mentre dopo il primo no del 2019 anche i Fratelli Gentile hanno presentato una nuova richiesta per una struttura per il trattamento di rifiuti non pericolosi lungo la via Appia, nella zona industriale Volturno Nord di Pignataro Maggiore. Le società Alekos e Garden avrebbero infatti costruire opifici gemelli per la produzione di ammendanti agricoli a partire dalla lavorazione della frazione umida dei rifiuti solidi urbani. E poi c’è la società Italmet srl, che ha presentato richiesta per la costruzione di un impianto per il trattamento dei rifiuti pericolosi lungo la statale Appia, al chilometro 197+100, nel territorio di Vitulazio.

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